Un venerdì nero per il lavoro. Il 18 febbraio hanno perso la vita un operaio e un pescatore: il primo incidente è avvenuto intorno alle 13.30 a Cervia, in provincia di Ravenna; il secondo nella primissima mattinata al largo di Punta Stilo, nel territorio del Comune di Monasterace (Reggio Calabria).

La prima vittima è un operaio di 44 anni, originario di Comacchio (Ferrara): è precipitato nel vuoto da una decina di metri mentre stava eseguendo la potatura di alcuni alberi. L’uomo era dipendente di una ditta incaricata dal Comune di Comacchio di eseguire la manutenzione dei pini marittimi della zona (in via Capua). Secondo la prima ricostruzione, l’incidente si deve alla rottura del braccio meccanico della gru su cui stava operando.

La seconda vittima è Kamel Kalaff, 57 anni, originario della Tunisia ma residente da oltre vent’anni a Roccella Jonica (Reggio Calabria). Il pescatore era su un’imbarcazione al largo di Punta Stilo: l’uomo è rimasto impigliato nelle gomene d’acciaio che trascinano le reti durante la pesca, rimanendo successivamente incastrato negli ingranaggi del verricello di rizzaggio a bordo delle reti.

“Anche in queste ore ci troviamo ad allungare il triste elenco delle morti sul lavoro. Una vergognosa strage quotidiana che va fermata”, commenta Antonio Pucillo, capo Dipartimento pesca della Flai Cgil nazionale: “Oltre alla necessaria denuncia di quanto accade, c’è bisogno d’intervenire immediatamente per garantire la sicurezza in mare dei nostri pescatori con fatti concreti che tutelino i lavoratori”.

Pucillo evidenzia che da anni la Flai denuncia “la mancata applicazione del Testo unico sulla sicurezza (d.lg 81/08) nel settore della pesca. Una ‘dimenticanza’ che abbiamo più volte segnalato, anche con una raccolta firme nel 2013 che consegnammo alla presidenza della Camera. Purtroppo da allora nulla è cambiato e i lavoratori continuano a morire, vittime di un lavoro che andrebbe regolato e migliorato nei suoi aspetti più pericolosi”.