“Nonostante la disponibilità di molti bravi dirigenti del Ministero delle infrastrutture e della mobilità, e la positiva interlocuzione iniziale con il titolare del dicastero, dobbiamo constatare che il livello di confronto con il Ministro Giovannini è a dir poco contraddittorio, occorre un cambio di passo al più presto”: è quanto afferma il segretario generale della Fillea Cgil Alessandro Genovesi, replicando a una intervista rilasciata dal ministro Giovannini a un quotidiano nazionale, da cui, prosegue il sindacalista “apprendiamo che su temi di centrale importanza per i lavoratori - dalla formazione e qualificazione professionale al problema della scarsità di manodopera -  sia stato avviato un confronto solo con le associazioni di impresa.”

Un fatto grave, per Genovesi, perché il ministro “non solo dimentica che su temi di diretto impatto su occupazione, tutele e diritti dei lavoratori è importante e necessaria l’interlocuzione con le organizzazioni sindacali ma mostra anche una scarsa conoscenza del sistema edile, dove le organizzazioni sindacali, in rappresentanza dei lavoratori, sono titolari al pari delle associazioni datoriali delle scuole edili e sono impegnate per di più in un rinnovo contrattuale che ha al centro proprio la formazione specialistica sul green building e la sicurezza.”

Già da tempo, ricorda il leader Fillea “solleviamo perplessità sulle modalità di convocazione dei tavoli di confronto del settore, decine e decine di interlocutori per affrontare in pochi minuti liste infinite di argomenti, confondendo peraltro piani diversi - sindacali, industriali, ambientali, normativi, di indirizzo” con il risultato di un nulla di fatto “che all’insediamento era naturalmente giustificato ma oggi, a distanza di mesi, non può più essere. Così come non può più essere che molti rimandi previsti dal decreto semplificazioni 2021, a partire dall’attuazione della Banca dati unica, fascicolo virtuale dell’operatore economico, linee guida per le stazioni appaltanti, non riescano ancora a vedere la luce, anche per inerzia del Ministro. Inerzie per cui alla data del 1 novembre, quanto le diverse stazioni appaltanti avranno più discrezionalità proprio in base al decreto semplificazioni, rischiamo più caos che altro. Caos che rischia di sommarsi ai diversi problemi, dal pagamento dei fornitori ad un aumento degli infortuni, che già registriamo in diverse grandi opere” conclude Genovesi.