"Il problema della carenza di autisti, denunciato da alcune associazioni datoriali del settore, per noi è riconducibile al peggioramento della qualità e della sicurezza sul lavoro e alle retribuzioni che sono diminuite”. A sottolinearlo sulla mancanza di manodopera nei settori della logistica e dell'autotrasporto è il segretario nazionale della Filt Cgil, Michele De Rose.

Secondo il dirigente sindacale, “negli ultimi anni è cambiato il modo di lavorare degli autisti, soprattutto per quanto riguarda ritmi e tempi di lavoro, sempre più intensi e dilatati oltre misura. Allo stesso tempo si registra la carenza di infrastrutture dedicate al ristoro e al riposo dell’autotrasportatore lungo la rete viaria italiana. Inoltre i troppi incidenti stradali, aventi spesso come esito la morte sul lavoro di autisti ma anche con il coinvolgimento di altri utenti della strada, necessitano norme sul tema del miglioramento della salute e della sicurezza”.

“Sul piano delle retribuzioni - spiega il sindacalista -, oggi un'autista di mezzi pesanti guadagna in media 1.800 euro al mese, che salgono a 2.400 in caso di viaggi lunghi e trasferte all’estero, ma i turni possono coprire fino a 59/61 ore settimanali che, pur considerando anche i tempi di attesa per carico e scarico merci sono molte di più rispetto alle 39 ore standard delle altre professioni”.

“Sul reclutamento di autisti - conclude l'esponente Filt -, pesano le certificazioni professionali che hanno un costo di circa 5-6 mila euro e che sono completamente a carico del conducente. E’ difficile che un giovane disponga di tale cifra, per questo abbiamo chiesto al ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili di provvedere ad una politica di incentivi a favore delle imprese che fanno anche formazione, per poter rimborsare i costi sopportati dai lavoratori per le abilitazioni alla guida dei mezzi”.