È stata grande l'adesione in Lombardia allo sciopero dei lavoratori metalmeccanici, proclamato oggi (mercoledì 25 marzo) da Fiom, Fim e Uilm. La forbice dell'astensione è andata dal 60% al 90% in tutte le province della regione. Lo comunicano i sindacati locali.

"I dati che ci stanno arrivando in queste ore, da tutti i territori della Lombardia, confermano un’alta adesione - spiegano le sigle -. Numeri in linea con tutti i precedenti scioperi unitari, a seconda delle peculiarità delle varie provincie, considerato anche l’alto tasso di assenteismo, i lavoratori in smart working, le fermate e riduzioni produttive già concordate nelle scorse settimane dai nostri delegati".

Un'alta partecipazione che dimostra il sostegno alle richieste sindacali, in linea con le richiese di Cgil, Cisl e Uil sia in Lombardia che a livello nazionale, in particolare rispetto alla chiusura di tutte le attività produttive non essenziali. La mobilitazione dei metalmeccanici, proseguono, "ha sostenuto l'iniziativa dei sindacati confederali nei confronti del governo che si è reso disponibile a rivedere l’elenco delle attività essenziali, che possono quindi continuare a funzionare".

In queste ore è ripreso il confronto tra Cgil, Cisl, Uil e governo, che ha portato all'intesa. "Speriamo nei risultati attesi e richiesti anche con questo sciopero - proseguono Fiom, Fim e Uilm . Fermare per una decina di giorni le attività produttive significa ridurre le occasioni di contatto tra le persone e contenere, così, le probabilità di contagio, con benefici sia per la salute delle persone che per il nostro sistema sanitario che va preservato dal rischio collasso. Le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici lo hanno capito rispondendo con lo sciopero".

Nei prossimi giorni i sindacati saranno impegnati a far applicare in maniera ferma e decisa il protocollo, "per garantire a tutti quelli che dovranno rientrare al lavoro di operare in sicurezza e nel pieno rispetto della propria salute. Non esiteremo, come già fatto, a bloccare tutte le attività che non dovessero rispettare le prescrizioni sanitarie e le misure di sicurezza".

Le tute blu hanno incrociato le braccia anche nel Lazio. Stamani, con la trattativa con il governo in corso, l'astensione dal lavoro è stata confermata: lo stop riguarda tutta l'industria meccanica che è stata esclusa dal decreto, restando in attività e dunque a rischio contagio. Fanno eccezione i metalmeccanici nella produzione di macchine ospedaliere e sanitarie, che non chiedono il fermo produttivo perché ovviamente ritenuti essenziali. (E.D.N.)