Sabato, 14 ottobre, ha sfilato a Forlì il popolo colpito dall'alluvione. Un popolo dimenticato. Arrabbiato. La protesta, organizzata dalla Cgil insieme a comitati di quartiere e gruppi nati dopo l'emergenza, come "Appello per l'Appenino romagnolo" e "Vittime del fango", con Anpi, Arci e Libera e molti sindaci romagnoli e del Bolognese, era rivolta all'inazione del governo, su cui pesa, questa la sintesi di Massimo Bussandri, segretario generale della Cgil Emilia-Romagna, il tradimento di quanto aveva detto a maggio. Degli 8 miliardi e mezzo di euro di danni finora ne sono stati messi a disposizione del territorio appena 3,8.

"Le promesse fatte nelle prime ore subito dopo il disastro sono rimaste sepolte nel fango. Altro che il 100% dei risarcimenti per tutti gli alluvionati, come disse la presidente Meloni nell'unica occasione in cui si è vista da queste parti. Oggi, a distanza di 5 mesi, le chiediamo: dove sono i risarcimenti? Dove li avete nascosti?".

"Per garantire il 100% dei risarcimenti a famiglie e imprese - ha detto Massimo Bussandri - mancano all'appello 4 miliardi di euro e noi al governo diciamo che quei 4 miliardi li deve tirare fuori già nella prossima legge di bilancio. Siamo molto arrabbiati. La mancata attuazione di queste promesse la vediamo qui sul territorio. Alle imprese è stato promesso il 100% dei risarcimenti fino a un massimo di 40mila euro. Se faranno lo stesso con le famiglie i soldi non basteranno neanche a coprire una parte del danno subito".

"Se queste sono le risorse che il governo intende mettere a disposizione siamo alla presa per i fondelli. C'è tanto altro che non va. Non va il modello, il metodo è un metodo autoritario e calato dall'alto, in cui il governo decide, il commissario esegue, la regione ascolta, le province forse sono informate dei fatti e i cittadini, le associazioni, le parti i sociali, i sindacati non hanno alcuna voce in capitolo. Dobbiamo decidere insieme come e dove ricostruire, evitando tutti gli errori del passato. Ci vuole un nuovo modello di sviluppo, più sostenibile, senza consumo di suolo, che non sia a due velocità, a seconda delle aree".