La prima inaugurazione della panchina rossa parte da via Morgagni, davanti alla sede della Filt e della Fillea. 

"Non possiamo non pensare che ogni giorno può essere il 25 novembre - così Giorgia D'Errico, segretaria nazionale Filt Cgil -, quindi chiunque arrivi nelle nostre sedi deve sentirsi accolto e in condizioni di chiedere aiuto. Qualsiasi aiuto".

Per Giulia Bartoli, segretaria nazionale Fillea Cgil, "una panchina rossa è segno di memoria e di speranza. Le scarpe rosse sono memoria di tutte le donne vittime di violenza. La rosa bianca è contro il nero dell'abuso".

Nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Filcams, Flai, Flc e Fp insieme al Municipio XII di Roma hanno pitturato di rosso una panchina della città, in Largo Bernardino da Feltre a Trastevere, e posto una targa per ricordare il numero gratuito 1522 per segnalare casi di abusi o violenze.

“Quello del contrasto alla violenza sulle donne è un tema su cui si deve lavorare anche all'interno della contrattazione - così Angelo Paolella, segretario nazionale Flai  ha raccontato l’attenzione della categoria per tutelare le lavoratrici e i lavoratori -, ma è anche indispensabile intervenire da un punto di vista culturale, prevedendo una formazione".


“Quello di oggi è un segnale di speranza”. È il messaggio di Manuela Calza, segretaria nazionale Flc. “Il primo passaggio per vincere le violenze di genere è quello di capire che è una ferita e una sconfitta non solo delle donne, ma di tutta la società. Occorrono politiche sia di prevenzione che di sostegno e accompagnamento. È necessario un cambio culturale attraverso le nuove generazioni.”

“Bisogna mettere insieme le forze con tutte le istituzioni, il mondo del lavoro e dell'associazionismo - ha affermato Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale Filcams -. Bisogna essere parte attiva. Ogni luogo è un luogo dove poter agire e poter cambiare. Ricordiamo però che questo è un tema che esce dai confini del nostro Paese, è una battaglia globale. Io credo che lo slogan di questa giornata non possa che essere Donne, vita e libertà”.

Attenzione alla situazione oltre confine anche da parte di Serena Sorrentino, segretaria generale Fp. “Si lavora sull'emergenza, ma poco sulla prevenzione. C'è bisogno di fare un percorso di consapevolezza, nei bambini, negli uomini. Ci sono violenze che si possono curare, ma ci sono anche violenze invisibili, difficili da denunciare e da eradicare. Noi siamo partigiani contro la violenza sulle donne, ci uniamo al grido delle donne afgane che hanno il coraggio di denunciare e di provare a rovesciare un regime. La libertà della persona è l'unico spazio di democrazia che abbiamo. Chissà quanti cittadini passando davanti a questa panchina penseranno di poter fare la propria parte".

Ha partecipato alla giornata anche Lara Ghiglione, responsabile delle Politiche di genere della Cgil. “Questa panchina è un'assunzione di responsabilità per fare tutto il possibile per contrastare la violenza sulle donne. Un milione e 400 mila donne ha subìto molestie nel luogo di lavoro. Un fenomeno sottostimato, sotterraneo per la paura di denunciare e di perdere il lavoro. Questo perché le donne hanno condizioni lavorative penalizzanti. La nostra azione può fare la differenza. Ci vuole una campagna di sensibilizzazione, ma anche formazione. È importante parlare ai giovani, agli studenti nelle scuole per educare alla cultura del rispetto. Bisogna dare una vita libera alle donne che non la stanno vivendo”.

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini ha infine inaugurato la panchina rossa davanti alla sede nazionale di Corso d'Italia: "Quello che stiamo facendo non è un rito - ha spiegato -, ma un momento di riflessione su quello che dobbiamo fare nella contrattazione, anche nella nostra organizzazione per superare la cultura della violenza e affermare il rispetto della differenza. È gravissimo avere un femminicidio ogni 72 ore". Quindi, a suo avviso, "dobbiamo mettere in discussione una cultura per cui le donne sono considerate un possesso. Stiamo pensando a una grande assemblea, da organizzare prima del nostro congresso di marzo, su questi temi. Dobbiamo assumere la cultura della differenza di genere, questa è la scommessa che abbiamo di fronte"