"La questione demografica che investe il nostro Paese, con invecchiamento strutturale e decremento della popolazione, provoca pesanti ripercussioni anche sul sistema scolastico: il prossimo anno in Italia ci saranno 130 mila iscritti in meno alle prime di ogni ordine e grado, che si aggiungono agli oltre 400 mila alunni persi negli ultimi cinque anni. Secondo questo trend nel 2030 avremo un milione e 300 mila studenti in meno". A dirlo è la Flc Cgil di Firenze, rilevando che nel proprio territorio "l'ordine di scuola più colpito è la primaria, che nell'anno scolastico 2022-2023 diminuirà di 900 alunni, seguita dall'Infanzia (quasi 700 in meno) e dalla scuola secondaria di primo grado (quasi 400 in meno). Si tratta in totale di 2 mila alunni in meno".

La Flc fiorentina evidenzia che "invece di affrontare il fenomeno con politiche strutturali a favore di genitorialità, ampliamento dell'offerta di servizio socio-educativi, politiche per la piena e buona occupazione, la crisi demografica è utilizzata dal governo per proseguire sulla strada del definanziamento della scuola. Il Documento di economia e finanza approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso aprile sancisce una diminuzione della spesa pubblica in istruzione di mezzo punto percentuale sul Pil entro il 2025, con chiare e tangibili ripercussioni su famiglie e studenti".

La prima e più grave conseguenza "risiede nella diminuzione dell'organico dei docenti. Il nostro territorio il prossimo anno vedrà ben 71 cattedre in meno: 38 derivanti dal taglio lineare calcolato in base alla diminuzione degli studenti e altri 33 derivanti dalla necessità di 'fare posto' alle nuove figure d'insegnanti di educazione motoria alla primaria, i quali - introdotti dall'ultima legge di bilancio - inizieranno a lavorare nelle scuole a partire dal prossimo settembre (per l'appunto 'al posto' di altrettanti colleghi curriculari). Questa riduzione di organico docenti si tradurrà nella perdita di ben 24 sezioni dell'infanzia, 28 classi di primaria, 21 di secondaria di primo grado, con evidenti ricadute su studenti e famiglie, costrette anche a portare i propri figli in plessi diversi da quelli su cui avevano fatto affidamento".