“Le recentissime affermazioni di vari presidenti di Autorità di sistema portuale circa la forma giuridica che dovrebbero assumere le stesse authority, francamente, ci lasciano attoniti”. E’ quanto afferma il segretario nazionale della Filt Cgil, Natale Colombo, esprimendo “forti dubbi” e chiedendo “perché allora gli stessi presidenti si sono appellati alla Corte europea per contrastare quanto ci verrebbe imputato dall’Unione europea”.

“Non c’è dubbio - spiega il dirigente sindacale -, che ci sarebbe bisogno di un cambio di passo per l’intera portualità italiana e, conseguentemente, per le sue governance da proiettare sempre più verso una visione di sistema, piuttosto che racchiuderle in una miopia di prospettiva gestionale. Va sicuramente intrapreso un percorso responsabile di potenziamento e rivisitazione della stessa legge 84/94, ma senza perdere il proprio importante profilo di enti pubblici non economici, impegnati a salvaguardare la regolazione del mercato portuale ed il bene pubblico”.

“Sarebbe piuttosto il caso d'intervenire sugli aspetti legati alla rispettiva contabilità e quindi prevedere un modello che possa avere una doppia contabilità con il contestuale alleggerimento di tutti gli aspetti amministrativi e burocratici che ancora limitano e soffocano tutti quegli interventi e investimenti a favore di sviluppo e redditività. Blocchiamo le fughe in avanti, precorriamo i tempi e avanziamo tutti assieme una concreta ipotesi di lavoro, capace di mettere in sicurezza il nostro modello che salvaguarda l’interesse pubblico”, conclude il sindacalista.