“Estendere il superbonus 110% anche alla ristrutturazione con finalità di risparmio energetico degli immobili sequestrati e confiscati”. È quanto suggeriscono il segretario confederale della Cgil, Giuseppe Massafra, e il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci. La proposta arriva a pochi giorni dal crollo dell’ex cinema Santa Maria (già cine teatro Corona) a Quarto, in provincia di Napoli, che, oltre a causare danni alla struttura, ha costretto allo sgombero due palazzi confinanti.

“L’edificio – ricordano i due dirigenti sindacali -, abbandonato fa tempo, è un bene sottoposto a sequestro giudiziario. L’accaduto ci induce a evidenziare, ancora una volta, la necessità della manutenzione dei beni che vengono prima sequestrati e poi confiscati alle mafie comunque denominate. Ognuno di questi beni è la rappresentazione pratica di come lo Stato ha vinto la sua battaglia per la giustizia e la legalità. É indispensabile che la collettività continui a godere di un bene prima sequestrato e poi confiscato alla camorra. Il cinema andava restituito al territorio nella sua piena funzionalità, per sconfiggere la cultura mafiosa”.

In Campania, gli immobili sequestrati o confiscati alla camorra sono 4.756, di cui ben 2.383 ancora in attesa di assegnazione e, quindi, nel degrado più assoluto. Questa fotografia della Campania rappresenta una situazione diffusa su tutto il territorio nazionale. “É fondamentale la ristrutturazione e il riutilizzo dell’immenso patrimonio dei beni sequestrati e confiscati, perché rappresentano un utile strumento di contrasto alle mafie, consente risparmi considerevoli nel campo della continua e invasiva cementificazione, oltre a produrre importanti operazioni anche sul fronte del risparmio energetico. All’inverso, se non vengono riutilizzati, si produce un danno vero al patrimonio dello Stato", sostengono i due sindacalisti.

"Per questi motivi, c’è l’assoluta urgenza che lo Stato si preoccupi della cura di questi immobili e della loro restituzione ai cittadini per il loro riutilizzo sociale ed economico. Si possono seguire varie strade ma, di certo, non si può più continuare a lasciare abbandonati questi immobili, anche perché produrremmo un doppio danno: non solo non si restituiscono i beni ai cittadini ma si espongono gli stessi a forti rischi, come nel caso del cinema di Quarto”, concludono i due esponenti della Cgil.