"Se qualcosa l'esperienza pandemia ha insegnato è che non esiste qualità nel Servizio sanitario pubblico senza adeguata integrazione ospedale - territorio - medici di medicina generale e senza adeguata dotazione organica ma, dopo più di un anno, la situazione è: caos organizzativo e drammatica carenza di personale. Quello che a nostro avviso sta avvenendo, è che la priorità della campagna vaccinale, che non possiamo che condividere, sta determinando una riduzione di tutte le altre prestazioni sanitarie. Questo non è assolutamente condivisibile ed è grave che avvenga a un anno dall’inizio dell’emergenza", denunciano Daniele Giordano e Daniele Tronco, rispettivamente segretario generale Fp Cgil e segretario generale Spi Venezia

"Una situazione particolarmente critica la stiamo riscontrando nei servizi di assistenza domiciliare Integrata. Laddove non ci sono risorse, gli Infermieri si trovano a dover svolgere,oltre all’ordinario, le attività di tamponamento - tracciamento, essendo i medici Usca impegnati nelle vaccinazioni. Gli Infermieri sono chiamati, fra l'altro, a decidere quali attività deferire, non potendo svolgere contemporaneamente due lavori.Dal 1° aprile è entrato in funzione il Portale regionale per la prenotazione del vaccino, che avrebbe dovuto permettere di selezionare,in modo semplice e immediato, la sede di vaccinazione e la prima data utile, ma ci sono già arrivate segnalazioni rispetto al malfunzionamento dello strumento: persone ultra 70enni con patologie che vengono respinte, conviventi ultra 70enni di persone fragili cui viene segnalato che il calendario è occupato fino al 31 dicembre 2021. Forse si doveva mettere a punto questo sistema qualche mese fa e non all'ultimo momento", osservano i due dirigenti sindacali.

"Nel corso dell’incontro che abbiamo avuto con la nuova direzione della Aulss3, il direttore generale Edgardo Contato ci ha detto che la priorità è vaccinare entro metà aprile tutta la popolazione over 80, i loro familiari o caregivers ultra 65enni e la popolazione fragile.Spiace, quindi, dover segnalare che diverse persone ultra 65enni ci riferiscono di aver accompagnato un loro congiunto ultra 80enne al punto di vaccinazione e a domanda gli è stato risposto che per loro non era prevista vaccinazione, evidenziando una volta in più la mancanza di regia.Si va 'a braccio”'e per di più in ordine sparso: questo non è tollerabile. Anche se ritardi e disservizi di oggi non possono di sicuro essere imputati alla direzione appena insediata, di cui abbiamo apprezzato la disponibilità e l'apertura al confronto con le organizzazioni sindacali, ma attendiamo la ripresa anche del 'tavolo anziani' sospeso, da più di due mesi", proseguono i due sindacalisti..

"Per quanto riguarda i medici di Medicina generale, si sta procedendo a metterli in rete con l'Aulss, ma il software unico è stato fornito solo lunedì 29 marzo ed entro sabato 3 aprile dovranno inserire i dati di tutti i loro assistiti non deambulanti e perciò non in grado di raggiungere il punto vaccinale: anche su questo versante, un ritardo molto grave. Da tale punto di vista, chiediamo che si affronti un ragionamento specifico per Venezia centro storico, così come si è fatto per le isole. La città d'acqua, infatti, ha una popolazione ultraottantenne di quasi 6.000 persone e determinare quante di queste si possano considerare deambulanti è operazione non affatto facile. Ci sono molti anziani che, pur deambulanti, non sono in grado di superare i ponti o di prendere in sicurezza un vaporetto; Venezia ha caratteristiche territoriali specifiche", aggiungono i due sindacalisti..

"Per questo, si dovrebbe pensare a un sistema capillare, fatto di piccoli punti vaccinali prossimi al domicilio, sestiere per sestiere, e accessibili. Su tale aspetto, il Comune di Venezia deve fare la sua parte nell'individuazione delle sedi idonee da mettere a disposizione. Le sole sedi collocate al terminal Marittima e a piazzale Roma non sono sufficienti. Adesso la priorità dev’essere recuperare terreno, per essere pronti nel momento in cui sarà disponibile un maggior numero di dosi. Serve un piano straordinario di assunzioni e lo stanziamento da parte della Regione di risorse economiche per riconoscere ai lavoratori la mole di lavoro aggiuntivo che in questi mesi hanno svolto e che continuano a svolgere, concludono i due esponenti Cgil.