La tragedia del terremoto che ha colpito il confine tra Turchia e Siria e che ha già mietuto almeno 23 mila vittime, rende prevedibile un nuovo massiccio flusso di migranti, per lo più siriani, verso l’Europa. Una previsione che si scontra con la piega che ha preso due giorni fa il Consiglio europeo, dove si è consolidato il fronte degli Stati che vorrebbero innalzare muri per bloccare l'ingresso dei migranti nel ‘vecchio continente’. Dall'Austria alla Polonia, dall'Ungheria alla Bulgaria l'insistenza rischia di fare proseliti. 

Senza logica 

“Assurdo” è l’aggettivo che usa Sergio Bassoli, coordinatore della Rete Pace e Disarmo e membro del dipartimento Politiche globali della Cgil, per definire l’atteggiamento di parte dell’Europa: “Siamo di fronte a una tragedia che colpisce un popolo che da 12 anni è vittima di una guerra che ha devastato il paese e ha prodotto 8 milioni di profughi e sfollati interni e che vive ancora una situazione di occupazione militare e guerra a bassa intensità, oltre a una nuova aggressione che passa in secondo piano visto quanto accade in Ucraina. Non dobbiamo poi dimenticare che il governo di Erdogan ha continuato a bombardare il confine tra Siria e Turchia e territori che hanno cercato di costruire una coesistenza multietnica con forme molto avanzate di autonomia”. 

Per Bassoli l’Europa dovrebbe “buttare il cuore oltre l’ostacolo e superare un embargo politico nei confronti della Siria e invece si trova a pensare come fermare l’esodo di questa popolazione: una cosa incredibile per un’Europa che ha preso anche il Nobel per la pace per il suo impegno umanitario. È un giro di 180 gradi di quella che dovrebbe essere la politica di pace e accoglienza e dell’aiuto umanitario che dovremmo dimostrare”.

Accordi disastrosi

Anche il sociologo e scrittore Marco Omizzolo, usa la parola assurdo, dal punto di “umanitario, giuridico istituzionale” ricordando che “la Costituzione europea, italiana e degli altri Paesi dell’Unione riconosce il diritto di asilo e soccorso per coloro che si trovano in una situazione di discriminazione o pericolo morte. Parliamo di diritti umani che sono il fondamento dell’Ue”.  Omizzolo ricorda gli accordi de La Valletta che continuano a fare vittime e connotano l’Europa come “una fortezza che produce devastazione e poi risponde alla domanda sul futuro dei nuovi migranti che cercheranno di arrivare in Italia, perché oramai da tempo si occupa, insieme con la Flai Cgil, dello sfruttamento dei migranti nel nostro Paese e in particolare nell’Agro Pontino. “Quando entreranno da noi, infragiliti ancor più di quanto lo fossero prima – ci dice - si dovranno confrontare con un sistema del mercato del lavoro che li orienterà allo sfruttamento. Nelle nostre campagne troviamo condizioni paraschiavistiche, che replicano da noi la situazione dalla quale gli immigrati fuggono, in un Paese che è una repubblica, una democrazia”.

Quindi per spiegare meglio Omizzolo racconta: “Nei giorni scorsi ho incontrato A due ragazzi arrivati a piedi dal Pakistan, torturati anche dentro i confini europei, non avevano nulla: cosa altro devono fare per sbarcare il lunario se non diventare vittime del caporalato? Questo è un pezzo del nostro Paese che, per responsabilità di chi ci ha governato e ci governa, riduce a sfruttamento chi ha colore, nazionalità, sesso diversi da chi comanda. Non ce lo possiamo permettere”.