Anno zero dell’era post-Trump: per il ruolo cruciale di segretario del Lavoro, Joe Biden non poteva individuare un nome più gradito ai sindacati americani. Il nome è Martin Walsh. Per alcuni, semplicemente, Marty. Classe 1967, sindaco di Boston dal 2014, Walsh ha costruito la sua intera carriera politica sui pilastri del mondo del lavoro organizzato. È da quel mondo che viene. Sin da bambino. E quel mondo, ora, si aspetta molto da lui.

Figlio di immigrati irlandesi, Walsh è cresciuto in una famiglia dal tessuto operaio e cattolico, nel quartiere di Dorchester, centro della working class bostoniana. È cresciuto, ma avrebbe potuto non vedere questo giorno. A sette anni gli fu diagnosticata una forma rara e aggressiva di tumore, il linfoma di Burkitt. La prognosi dei medici, infausta. Radioterapia, chemioterapia, persino un viaggio a Lourdes, per volontà della madre. Walsh guarì. È sopravvissuto. E, forse, è diventato più forte. Più forte anche dell'alcolismo, l'altro grande nemico della sua vita, che ha sconfitto in giovane età.

A ventun’anni Walsh si iscrisse alla Local 223 della Laborers’ international union of North America (Liuna). Lo stesso sindacato di suo padre e di suo zio. In seguito ha guidato, dal 2011 al 2013, il Consiglio per l'edilizia del distretto metropolitano di Boston, che rappresenta oltre 35 mila lavoratori nel settore delle costruzioni.

Una personalità dal background sindacale nitido. All’Economic policy institute, think tank vicino al mondo del lavoro, sono arciconvinti che Walsh farà bene: grazie alla sua “vasta esperienza”, commentano, “sarà un campione per i buoni lavori e i diritti dei lavoratori”. La missione cui è chiamato, nella guida del Dipartimento, è di “sostenere e far rispettare gli standard lavorativi e migliorare i salari e le condizioni di lavoro di tutti i lavoratori”.

Non sono mancate le congratulazioni. “I Teamster sono euforici per la nomina di Marty Walsh”: così Jim Hoffa, presidente del sindacato degli autotrasportatori. “Walsh sarà un segretario del Lavoro eccezionale - ha detto invece Richard Trumka, leader dell’Afl-Cio - per lo stesso motivo per cui è stato un sindaco eccezionale. Come membro di lunga data del sindacato, Walsh sa che la contrattazione collettiva è essenziale per ricostruire combattendo le disuguaglianze, battendo il Covid-19 ed espandendo le opportunità per gli immigrati, le donne e le persone di colore".

Al nuovo Dipartimento, nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, il mondo del lavoro chiede di: implementare protocolli di emergenza straordinari (Ets) per la protezione dei lavoratori durante la pandemia, aggiornare la soglia degli straordinari, aumentare i salari minimi.

L’amministrazione Biden e il suo segretario del Lavoro dovranno poi esercitare la loro forza di persuasione sul Congresso, per l’approvazione di nuovi pacchetti di stimoli economici e aiuti sociali. La prima manovra messa in piedi da Biden, l'American Rescue Plan (piano di salvataggio americano) arriva a mobilitare 1.900 miliardi di dollari di spesa pubblica. Al Congresso, inoltre, è ancora ferma una riforma, il Protecting the Right to Organize (Pro) Act, che assicura maggiori protezioni ai lavoratori, difendendone il diritto a organizzarsi e a contrattare collettivamente, e vara sanzioni significative contro le pratiche antisindacali delle aziende. Il pacchetto è stato approvato dalla Camera nel 2020. Ora è fermo al Senato, dove i Repubblicani, che lo ostacolavano, hanno perso la maggioranza. La sua approvazione potrebbe essere una notizia storica, una conquista fondamentale per quel mondo del lavoro organizzato dal quale viene Walsh: dopo decenni di sconfitte, sarebbe una grande vittoria.