La legge di bilancio ha cominciato il suo iter parlamentare. Dagli ultimi giorni della scorsa settimana sono iniziate in Senato le audizioni delle forze sociali e delle istituzioni economiche del Paese. Questo pomeriggio senatori e senatrici hanno ascoltato la delegazione della Cgil guidata da Gianna Fracassi. Secondo la vice segretaria generale della Confederazione di corso d'Italia: “Sul fisco e sulla previdenza le risposte contenute in manovra non sono adeguate”.

Così la dirigente sindacale: “La legge di bilancio dovrebbe essere più coerente rispetto all’obiettivo di ridurre le diseguaglianze. Sulla previdenza crediamo che le risorse stanziate siano insufficienti, 660 milioni circa,  per traghettare da Quota 100 a un sistema con maggiore flessibilità, occorre dare risposte a giovani e donne, oltre a lavoratori precoci e quelli che svolgono mansioni gravose”. Secondo Francassi, infatti, “Quota 102 riguarderà un numero minimo di persone. Auspichiamo non solo correttivi, ma anche che il tavolo di confronto con il governo determini quella flessibilità strutturale che auspichiamo”.

Per le organizzazioni sindacali c'è un’altra questione, tra le tante contenute nella manovra, che merita di essere osservata con attenzione. Innanzitutto perché la legge di bilancio la rinvia alle Camere stabilendo solo la posta da utilizzare: 8 miliardi. E poi perché, da come verranno utilizzate le risorse, dipenderà non solo l’equità dell’operazione ma anche i criteri con cui verrà definita la futura riforma. Stiamo parlando del fisco. Secondo Gianna Fracassi "serve ridurre la pressione fiscale su lavoratori e pensionati. Crediamo che l’intervento previsto in legge di bilancio debba indirizzarsi verso queste categorie: lavoro povero, redditi bassi e medio bassi”.

Insomma, per la Cgil, unitariamente a Cisl e Uil gli 8 miliardi messi a disposizione dalla riduzione delle tasse devono andare tutti a lavoratori lavoratrici e pensionati. E, in realtà, sono insufficienti rispetto ai bisogni. Ma in Parlamento non tutti la pensano così. Per questa ragione la vice segretaria della Cgil ha sottolineato: ”L’ipotesi di riduzione dell’Irap non ci vede affatto d’accordo per tante ragioni. La prima è che in questo momento risulta incomprensibile come si possa prevedere una riduzione di risorse a sostegno del servizio sanitario nazionale”.

Già, perché l’Irap serve proprio a coprire una parte dei costi della sanità delle regioni. Non solo: nel corso degli anni, anche degli ultimi, sgravi e contributi alle imprese ne sono arrivati tanti, circa 185 miliardi. L’Italia è tra i Paesi europei con i salari più bassi e stagnanti da tempo. La riduzione delle tasse, magari attraverso le detrazioni, è uno degli strumenti per “restituire” reddito ai dipendenti e ai pensionati. Per queste ragioni, Fracassi sottolinea: “La legge di bilancio contiene già moltissime misure a favore delle imprese per oltre 10 miliardi di euro, peraltro senza condizionalità”.

Sul versante lavoro, poi, la vice segretaria generale sottolinea: “Da tempo rivendichiamo la necessità di rivedere il sistema delle protezioni sociali. Inoltre, riteniamo che occorra cancellare le forme più precarie di lavoro e chiediamo un nuovo contratto a tempo indeterminato e a contenuto formativo come ingresso o reingresso nel mercato del lavoro”.

“Infine manca ancora l’idea di una nuova politica industriale capace di cogliere le sfide della transizione e della trasformazione che l’industria sta vivendo e vivrà ancora nei prossimi anni. Per questo - conclude Fracassi - è importante prevedere un'Agenzia pubblica per lo sviluppo e un Fondo per la transizione industriale”.

Infine, la dirigente di Corso di Italia ha aggiunto in maniera ferma: “Non condividiamo le modifiche apportate al reddito di cittadinanza”.

Saprà il Parlamento tenere conto dell’opinione di chi rappresenta milioni di lavoratrici, lavoratori e pensionati? Le mobilitazioni unitarie di Cgil Cisl e Uil, in calendario fino a metà dicembre, hanno proprio lo scopo di sottolineare in maniera forte e chiara che la manovra deve essere corretta.

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