Da tempo le categorie confederali che rappresentano i lavoratori e le lavoratrici delle Tlc chiedevano di essere ricevute per esporre preoccupazioni, proposte e sollecitazioni al governo sulla “Rete Unica” e più in generale sullo sviluppo delle Tlc nel nostro Paese, tanto più dopo aver letto il Pnrr.

Finalmente la convocazione è arrivata. Nell’incontro, si è tenuto questa mattina al Mise, le organizzazioni sindacali hanno ribadito l’urgenza di scelte che sappiano coniugare il superamento del digital devide senza condannare il Paese ad essere un mero “mercato” preda di soggetti interessati non tanto a rafforzare l’infrastruttura della rete italiana quanto ad acquisire porzioni di mercato con politiche di dumping tariffario.

“In un mercato è sempre più globale con soggetti multinazionali – hanno sostenuto le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Ui – l’Italia ha bisogno di un campione nazionale che sappia, in un contesto di chiare regole di concorrenza, porsi alla guida dei processi infrastrutturali e magari imporsi come elemento di aggregazione in ambito europeo”.

Proprio per questa ragione le tre confederazioni continuano a vedere nel memorandum firmato ad agosto fra Cassa Depositi e Prestiti e Tim un modello che può garantire di evitare di depauperare il patrimonio tecnologico ed infrastrutturale dell’ex monopolista consentendo al capitale pubblico di riacquisire un ruolo importante in un settore strategico che dovrà sempre di più garantire il diritto universale alla connessione, azione fondamentale anche rispetto a quanto accaduto in questi difficili mesi di crisi sanitaria.

Nel corso dell’incontro, le organizzazioni sindacali hanno posto con forza l’attenzione sulla tenuta di tutta la filiera delle Tlc, Customer, appalti di rete, in una fase di forti cambiamenti di processi tecnologici affermando che: “Come più volte sottolineato occorre creare una vera e propria cabina di regia con tutti gli attori in campo a partire dalle Autorities di controllo che devono tornare a svolgere un ruolo di guida e regolatorio di processi sempre più complessi ed interconnessi. Registriamo con favore  - hanno aggiunto i segretari di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil - la volontà della sottosegretaria di riconvocare il tavolo non appena acquisiti i dati della mappatura dello stato di avanzamento dello sviluppo delle infrastrutture broadband fisso e 5G, dati che saranno propedeutici ad una decisione governativa sul modello di sviluppo della rete, decisione che la sottosegretaria ha dichiarato non essere stata ancora assunta dal Governo”.

Nell’attesa di una nuova convocazione, le organizzazioni sindacali hanno annunciato che: “continueremo le iniziative per sensibilizzare il Paese sul rischio che scelte sbagliate su un tema così strategico condanneranno l’Italia ad un ritardo infrastrutturale mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e la precarizzazione di una filiera, quella delle Tlc, che con molta fatica si è sviluppata in questi anni e che adesso ha la necessità di evolversi velocemente accrescendo le competenze professionali delle lavoratrici e lavoratori del settore, fondamentali per accompagnare quella evoluzione tecnologica per la banda ultra larga e 5G indicate anche dall’agenda UE di Lisbona traguardando l’Italia dalle ultime posizioni in Europa alle prime per digiltalizzazione e sviluppo della propria RETE. Le risorse del Recovery Found  - hanno concluso i dirigenti sindacali - relative alla evoluzione tecnologica nelle Tlc, circa 6,5 miliardi, sono una grande occasione per perseguire tutto ciò”.