In Trentino la situazione sanitaria ed economica è drammatica a causa dell’emergenza Covid. È il grido di allarme lanciato durante l’assemblea generale della Cgil trentina. Una crisi di cui non si vede ancora la fine e il cui impatto sull’occupazione ha già portato alla richiesta di 15milioni di ore di cassa integrazione nella provincia, oltre che alla perdita di 10.700 posti di lavoro e alla contrazione del reddito delle famiglie. “La nostra provincia è stata una tra quelle più colpite dalla pandemia – sottolinea il segretario generale Andrea Grosselli -. Questa inedita esperienza ci ha insegnato quanto è importate avere un sistema sanitario efficace e in grado di rispondere in tempi rapidi e con prontezza all’emergenza”.

La Cgil chiede di programmare il futuro del Trentino partendo da tre sfide, il cambiamento climatico, la definizione di nuove politiche di welfare e l’innovazione tecnologica, quindi si dice “pronta a costruire insieme a Cisl e Uil una proposta complessiva per sostenere la crescita economica, lo sviluppo sostenibile e la coesione territoriale sulla base della quale provare ad condividere puntuali strategie di rilancio socio-economico dell’Autonomia con le parti datoriali, con la Provincia autonoma di Trento, con gli enti locali e con associazioni e soggetti aggregativi delle società civile”. Da qui l’invito a convocare entro settembre un’assemblea unitaria di tutti i delegati e le delegate delle tre confederazioni.