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“Mentre il nostro Paese si avvia verso un governo di unità nazionale che, ci auspichiamo, consenta una ripresa economica e una ricomposizione sociale, falcidiata dagli effetti della crisi pandemica, il governo Bardi, invece, continua a permanere in una ombra di opacità e di vecchia politica autoreferenziale, relegando la Basilicata in una condizione di desertificazione. Desertificazione di idee e di visione, che rischia di far scivolare la regione in una condizione di povertà e di contrapposizione sociale”. È quanto afferma il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa.
“Non è il tempo dell’inerzia – continua Summa - Questo è il tempo della ricostruzione per tutto il Paese, stretto tra emergenza sanitaria, sociale, economica e finanziaria, e soprattutto per la Basilicata, ferma al palo, la cui mancata capacità politica di coagulare le forze sociali e produttive rischia di innescare un processo di autoavvitamento dettato da una interpretazione padronale e personalistica delle istituzioni”.
Per il segretario generale della Cgil Basilicata “serve costruire, programmare, riformare e rilanciare lo sviluppo investendo sulle tante potenzialità esistenti: il patrimonio culturale, l’automotive, l’energia e la sostenibilità ambientale, intervenendo sui bisogni sociali sempre più sottaciuti, il lavoro, il welfare, la salute, l’istruzione, i trasporti. Serve unità e confronto per ridare futuro al lavoro e ai giovani".
"Questi sono alcuni degli assi su cui aprire il confronto con parti sociali e sindaci – continua Summa - per costruire una visione strategica che, anche alla luce della massiccia iniezione di investimenti pubblici che si prospetta con il Recovery Fund, può ridare futuro alla nostra regione. In caso contrario, se si continuano a usare gli stessi schemi di gestione della politica e del territorio, rischiamo, come comunità tutta, di assistere a scenari dolorosi che porteranno a fratture sociali difficilmente ricomponibili e che faranno esplodere tutte le contraddizioni di un territorio che vive una crisi senza precedenti. Non è ancora tardi - conclude Summa - ma non c’è più tempo da perdere”.