(Labitalia) - Rinunciare alla quattordicesima mensilità e al 50% del Tfr, e accettare la riduzione del salario mensile. Pur di salvare il proprio impiego e il futuro dell'azienda in cui si lavora. E' avvenuto a Gallese, in provincia di Viterbo, nel cuore del distretto industriale della ceramica di Civita Castellana, che fino a 10-12 anni contava quasi 7.000 addetti, e ora è falcidiato da fallimenti e cassa integrazione.

Protagonisti della vicenda i 176 lavoratori della Gsi spa (Gruppo Sanitari Italia spa)
di Gallese che, che con una maggioranza dell'85%, hanno detto sì all'accordo raggiunto tra Filctem Cgil, Femca Cisl, Fialc Cisal, Rsu e la direzione aziendale per il rilancio dell'attività produttiva, il riposizionamento dell'azienda nel mercato nazionale, internazionale e il reimpiego, in questa prima fase, di gran parte del personale in cassa integrazione.

Un accordo importante, secondo Valentino Vargas,
segretario generale della Filctem Cgil di Viterbo: "Qui a Viterbo quello di Civita Castellana -spiega a Labitalia- è l'unico distretto industriale: conta oggi 2.800 dipendenti, di cui il 60-70% ruota attorno alla cassa integrazione. Qui si producevano stoviglierie, piastrelle e ceramica sanitaria. Oggi è rimasta solo la ceramica sanitaria, dove opera appunto la Gsi, che ha avuto il coraggio di interpellare i lavoratori prima di intraprendere un programma finanziario, mentre altre aziende in crisi del distretto non pagano lo stipendio e i contributi, senza fare alcun annuncio e senza il coinvolgimento degli addetti".

La direzione aziendale della Gsi ha garantito di mantenere
il programma di investimenti, già iniziati nel 2010, per l'ammodernamento degli impianti di produzione e per lo sviluppo dell'attività commerciale. E per il buon esito del rilancio produttivo e commerciale dell'azienda i lavoratori sono chiamati, per l'anno 2013, a contribuire attraverso la rinuncia alla 14ma mensilità (gratifica feriale), a una riduzione di salario mensile pari a una giornata di lavoro, alla rinuncia del 50% del Tfr.

Un'intesa che, secondo Vargas, va nell'interesse dei lavoratori.
"Rientreranno dalla cassa integrazione, che dura ormai da 4 anni -spiega- e con la quale percepivano 700 al mese, senza maturare quattordicesima, e avranno uno stipendio di 1.200 euro al mese. Certo, rinunceranno alla 14ma, al 50% del Tfr e al compenso di una giornata di lavoro, ma contribuiranno alla sopravvivenza dell'azienda che sta ammodernando gli impianti per far crescere la produzione, in modo da esportare verso nuovi mercati, già individuati. E poi -conclude Vargas- c'è l'assicurazione, da parte dell'azienda, che nel 2014 e nel 2015 ci sarà il rientro di queste somme".