Da lunedì 28 luglio partirà anche in Umbria la campagna di raccolta firme per i referendum contro le politiche di austerità adottate dall’Europa in particolare dall’Italia per cambiare la legge sul Fiscal Compact. Campagna dal titolo “Sì alla fine dell’austerità, Sì all’Europa del lavoro e di un nuovo sviluppo”. Questa mattina, 22 luglio, il comitato promotore umbro si è presentato nel corso di una conferenza stampa illustrando obbiettivi e modalità della campagna.
Perché il Referendum?
“Di austerità si muore”: è questo il concetto di fondo che i promotori del referendum vogliono far passare e che “è largamente condiviso dall’opinione pubblica”. Secondo i referendari infatti “le politiche di tagli indiscriminati, di assenza di investimenti per il futuro delle imprese e dei giovani, di aumenti insostenibili della pressione fiscale, dal 2007 ad oggi, hanno raddoppiato la disoccupazione, fatto diminuire il valore della ricchezza nazionale, peggiorato i conti pubblici e fatto chiudere 3 milioni di imprese”.
Dunque, dicono, con le politiche di austerità la crisi si è aggravata. E per uscire da questa situazione “occorre riprendere a produrre ricchezza: è la necessaria premessa per risanare anche i conti pubblici. Bisogna riprendere a spendere per sostenere le attività produttive e per creare lavoro, un buon lavoro che produca qualità e valore aggiunto”.
L’austerità fa male all’Umbria
L’Umbria è la “dimostrazione plastica del fallimento dell’austerità”, sostengono ancora i promotori dei 4 quesiti, e ha subito più di altri i danni combinati della crisi e delle politiche recessive.
Dall’inizio della crisi – ricordano - l’Umbria ha conosciuto una forte diminuzione delle attività produttive che hanno provocato una perdita di ricchezza prodotta e una distruzione di posti di lavoro senza precedenti dal dopoguerra ad oggi.
“Ancora oggi, a sette anni dall’inizio della crisi – ricordano - sono oltre cento le aziende in stato di crisi più o meno grave, incluse aziende centrali per l’economia umbra come le acciaierie di Terni, le aziende della chimica, le aziende degli elettrodomestici”. Anche il pubblico impiego, in virtù dei tagli alla spesa pubblica, “ha distrutto più di 3000 posti di lavoro”, sottolineano i referendari, mentre “il tasso di disoccupazione (12,6%) e il numero degli ‘sfiduciati’ hanno raggiunto e si sono stabilizzati su quantità a due cifre e non appaiono per il momento segni in controtendenza di una qualche consistenza”. Particolarmente grave è il drammatico aumento dei lavoratori disoccupati alla ricerca di un lavoro da più di due anni (40% dell’intera disoccupazione).
Il comitato
Il comitato promotore, formato da Mario Bravi (Cgil), Franco Calzini (Arci), Renzo Campanella (docente universitario), Valerio Marinelli (Pd), Vincenzo Menna (Acli), Stefano Vinti (assessore regionale), Stefano Violini (Sinistra per Perugia) Amededo Zupi (Cgil) e Valentino Filippetti (Associazione Rose rosse d’Europa) ha già raccolto il sostegno di numerose personalità di spicco quali i docenti universitari Carlo Calvieri, Renato Covino, Loris Nadotti, Luca Ferrucci e Mauro Volpi, rappresentanti delle istituzioni come Fausto Galanello (consigliere regionale) e Miguel Gotor (senatore), ma anche rappresentanti della politica, del sindacato, dell’associazionismo e della società civile come Massimo Camerieri (Arci), Attilio Romanelli (Cgil), Vincenzo Sgalla (Cgil), Stefano Fancelli (Pd), Oscar Monaco (Prc) e Attilio Gambacorta (Associazione UmbriaLeft).
I 4 quesiti
I 4 quesiti referendari hanno come obiettivo la modifica di alcune disposizioni della legge 243 del 2012 che dà attuazione al principio di equilibrio del bilancio pubblico, introdotto nella Costituzione con la legge costituzionale n.1 del 2012, sono già stati presentati nella Gazzetta Ufficiale n. 135 pag. 49, del 13 giugno. Con i 4 SI' si intendono abrogare i passaggi della legge 243 che impongono vincoli aggiuntivi rispetto alle norme europee e al Fiscal Compact e apriranno la strada a una rivisitazione complessiva delle politiche macroeconomiche europee.
La raccolta firme
Per la prima volta si porta avanti una campagna di raccolta firme d’estate – sottolineano i promotori – con l’obiettivo di arrivare al referendum entro il 2015. I punti di raccolta delle adesioni saranno allestiti nei principali luoghi di lavoro, a partire dalle fabbriche come l’Ast e la Perugina, tra i pensionati, nelle feste di partito, nei mercati e in tutte le iniziative con grande partecipazione popolare. L’obiettivo in Umbria è quello di raggiungere 15.000 firme.
I riferimenti internet
Questi i riferimenti internet della campagna referendaria in Umbria: umbria.stopausterita@gmail.com, www.umbriastopausterita.it, Facebook UmbriaStop Austerità, Twitter @umbria_stopAust.
Stop Austerità, parte la raccolta firme anche in Umbria
22 luglio 2014 • 00:00