Riportiamo di seguito alcune esperienze di sindacalismo innovativo riportate nel report “Storie di frontiera e sfide quotidiane della Cgil di oggi”, curato da Andrea Brunetti, Daniele Di Nunzio e Chiara Mancini per l’Associazione Bruno Trentin e promosso dal Dipartimento Politiche giovanili della Cgil nazionale.

Spartaco spezza le catene e unisce i lavoratori (Nidil Modena, Nidil nazionale)
La frammentazione contrattuale è sempre più presente nelle grandi aziende e rende l’azione sindacale più difficile. Nel 2011, il Nidil Modena ha creato il progetto Spartaco per condurre esperienze sperimentali di rappresentanza unitaria. Si tratta di un progetto di formazione-azione volto a supportare la contrattazione inclusiva attraverso “un delegato inclusivo” - detto appunto “Spartaco” - e quindi scommettendo sulla rappresentanza unitaria di tutti i lavoratori. Il delegato, eletto dai lavoratori stabili, diventa una figura di riferimento anche per gli atipici e costituisce il ponte tra questi lavoratori e il sindacato. Il progetto è strutturato in due parti: una parte di apprendimento, volta a dare ai delegati le conoscenze e competenze per rappresentare tutti i lavoratori, e una di pratica individuale in azienda.
L’ufficio formazione, affiancato da funzionari di varie categorie, del sistema servizi della Cgil e del Nidil nazionale, pianifica nei dettagli l’attività di insegnamento, 90 ore d’aula e su molteplici questioni: il ruolo di Spartaco, le forme di lavoro, il sistema degli appalti, il sindacato in generale, i diritti dei lavoratori, la comunicazione, le competenze per instaurare con i lavoratori un rapporto positivo e costante e, aspetto altamente innovativo, gli elementi motivazionali. La seconda fase, di pratica individuale, inizia con la mappatura delle aziende, sulla base della quale vengono strutturati progetti specifici per ogni realtà. Il delegato, una volta formatosi, mette a frutto le conoscenze acquisite nella propria azienda, seguito da un tutor della categoria di riferimento, che offre un supporto sia tecnico che motivazionale.

Tra i contesti interessati dal progetto Spartaco, è di particolare interesse quello della Bosch, un’azienda tedesca di elettrodomestici che ha uno stabilimento a Modena. In Bosch è presente una quota elevata di lavoratori in somministrazione, sottoposti a un costante turnover. Il sindacato ha iniziato una trattativa con l’azienda per porre limiti all’utilizzo del lavoro in somministrazione definendo un periodo trascorso il quale i lavoratori sarebbero stati assunti dall’azienda. Inizialmente posto a 18 mesi, il limite è stato poi prorogato dall’azienda a 36 mesi. In questo periodo dalla dirigenza tedesca sono cominciate ad arrivare sollecitazioni rispetto alla necessità di una riduzione del personale. I lavoratori, preoccupati, hanno iniziato a partecipare in numero sempre maggiore alle assemblee sindacali, dove hanno avuto la possibilità di confrontarsi gli uni con gli altri. Proprio in questo contesto il delegato formato con il progetto Spartaco è riuscito a creare un clima di vera unità e solidarietà tra i lavoratori. Quando l’azienda ha deciso di non rinnovare sette lavoratori in somministrazione, l’azione di sensibilizzazione del delegato verso tutti i lavoratori dell’azienda è stata notevole: tutti si sono convinti che non era giusto non rinnovare il contratto, visto che l’esigenza produttiva c’era ancora e quei lavoratori dunque sarebbero stati semplicemente sostituiti da altri. Questo ha portato nel 2013 a due giornate di sciopero con una fortissima adesione: una vittoria enorme per un contesto di questo tipo.

I risultati poi sono arrivati: dopo questa mobilitazione, ai sette lavoratori è stato rinnovato il contratto. Ma non solo: Spartaco è riconosciuto dall’azienda come rappresentante anche dei lavoratori atipici, e Nidil è presente in azienda. Soprattutto, si è andato costruendo un clima di solidarietà tra i lavoratori, che non si considerano di serie A e di serie B, ma nel tempo hanno imparato ad essere un fronte compatto. In questa esperienza le caratteristiche personali del delegato sono state cruciali: oltre a dialogare con tutti i lavoratori, è stato anche un trascinatore portandoli uniti sulla stessa causa.

Quadri in rete con WhatsApp (Filcams Roma e Lazio, Filcams nazionale, Agenquadri)
Carrefour è una multinazionale che opera nel settore della grande distribuzione e in Italia ha centinaia di supermercati di varie dimensioni. Tra i dipendenti sono molti gli iscritti alla Filcams Cgil e nel 2011 la Filcams di Roma e Lazio ha iniziato insieme ad Agenquadri un progetto di sindacalizzazione dei quadri aziendali. Alcuni di loro, critici rispetto alle strategie aziendali sotto l’aspetto commerciale, avevano già precedentemente iniziato una riflessione comune su come migliorare il piano di sviluppo aziendale. L’interazione tra i quadri era costante ed avveniva principalmente su WhatsApp, per fare fronte alla dispersione territoriale e alla mancanza di occasioni di interazione. Grazie all’uso di WhatsApp i quadri aziendali hanno iniziato a dialogare tra di loro, scambiandosi opinioni e informazioni in tempo reale e giocando d’anticipo con l’azienda per elaborare delle proposte. Dunque un luogo virtuale ha svolto la funzione di spazio reale di incontro e condivisione, di fatto un’assemblea permanente.

Dopo una prima fase di scambi informali, alcuni quadri hanno deciso di presentare un vero e proprio progetto di sindacalizzazione alla Filcams di Roma e Lazio, che ha positivamente accolto le loro istanze ed ha avviato un lavoro in sinergia con Agenquadri. Il percorso proposto dai quadri presupponeva la ricomposizione delle istanze dei diversi lavoratori e mirava all’apertura di una trattativa in cui i quadri e i dipendenti avrebbero fatto fronte comune, in un’ottica di solidarietà. Per agevolare l’interazione e la collaborazione tra i diversi gruppi di lavoratori e tra le loro rappresentanze, è stato istituito un coordinamento specifico in Cgil, volto a favorire la creazione di una strategia comune, capace di parlare a tutti i lavoratori. È stata in seguito aperta anche una pagina facebook, “Agen Quadri Satyricon”, che oltre ad essere utilizzata strategicamente per veicolare messaggi all’opinione pubblica e all’azienda, ha anche svolto un ruolo decisivo nella costruzione dell’identità sindacale (coscienza collettiva) dei singoli e del gruppo. Infatti, quando alcuni quadri sono diventati rappresentanti sindacali, una delle prime sfide è stata quella di conciliare il ruolo ricoperto in azienda con quello di delegato sindacale.

L’azienda ha reagito in maniera negativa e forte alla sindacalizzazione dei quadri: sono state effettuate alcune contestazioni disciplinari e alcuni di loro sono stati trasferiti in modo ingiustificato. La Cgil ha risposto avviando delle vertenze legali contro l’azienda per comportamento antisindacale, che sono state vinte: questo è stato un momento di vera tensione e la sua risoluzione ha rassicurato i lavoratori e ridato nuova linfa all’azione sindacale.
A Giugno 2014 l’azienda ha accettato di incontrare congiuntamente i funzionari sindacali della Filcams e i quadri delegati sindacali. Poter contare sui quadri è vantaggioso per il sindacato, perché le loro conoscenze rispetto ai piani industriali dell’azienda consentono di affrontare le trattative in modo diverso e, in alcuni casi, di riuscire a spostare l’asse della discussione dalla riduzione dei costi del lavoro verso l’attenzione sulla qualità complessiva dei processi produttivi. Questa esperienza, partita da un’azione regionale, si è poi estesa a livello nazionale.

Parlare la stessa lingua (Flai Latina, Cgil Latina, Flai nazionale)
Nella provincia di Latina, come in molte località italiane, quello dello sfruttamento dei migranti che lavorano nei campi agricoli da parte dei caporali è un problema diffuso. La retribuzione media mensile è 500 euro per 10-12 ore di lavoro a alcuni devono anche lavorare in maniera totalmente gratuita per pagare le pratiche per il permesso di soggiorno, in alcuni casi, sotto il ricatto del sequestro del passaporto. La Flai di Latina entra in contatto con questo contesto attraverso un indiano che si mette a disposizione del sindacato, decide di intervenire sulla situazione della comunità, e diventa quindi sindacalista. Grazie alla sua presenza e al suo ruolo di mediatore culturale, l’avvicinamento del sindacato alla comunità sikh è stato più facile e ciò ha determinato un contesto favorevole, che ha addirittura reso possibile l’organizzazione nel 2010 di una manifestazione molto partecipata e di una campagna, “Invisibili”, supportata dalla Flai nazionale.

In seguito a questa manifestazione è stata aperta una sede della Flai a Borgo Hermada, quartiere ad altissima concentrazione di migranti: la sede, situata in mezzo ai negozi indiani, è diventata un punto di riferimento per la popolazione per affrontare problemi legati al lavoro, per risolvere questioni quotidiane e per sbrigare pratiche burocratiche. Ma la declinazione del sindacato come sindacato sociale, presente in varie situazioni di questo tipo, a Latina è andata ancora oltre: infatti, lì i sindacalisti si sono posti anche l’obiettivo di promuovere l’emancipazione di queste persone, aumentandone l’autonomia e la consapevolezza, anche per far sì che nel tempo l’organizzazione sindacale fosse sempre più in mano ai lavoratori stessi. Questo processo è stato favorito attraverso l’organizzazione di corsi di italiano gratuiti, utili anche per il rilascio del permesso di soggiorno. In collaborazione con l’Auser è stata quindi istituita una scuola di italiano, poi ospitata presso i locali dell’istituto di scuola media locale, che ha visto una forte partecipazione da parte della cittadinanza.

Mentre si agiva sul territorio di Latina, il sindacato è anche intervenuto sui media indiani, dove il sindacalista di origini indiane ha avuto la possibilità di raccontare e denunciare le condizioni in cui gli immigrati si trovano a vivere in Italia. Inoltre, la cooperativa Parsec ha prodotto un film, “Padrone Bravo”, girato nella sede di Borgo Hermada e con lo stesso sindacalista protagonista delle storie di immigrazione e sfruttamento. Anche l’attenzione delle istituzioni è aumentata: a Giugno del 2014 alcuni parlamentari della Commissione Antimafia hanno fatto visita a Latina ed hanno parlato con i lavoratori e con le aziende; successivamente c’è stata anche un’audizione in commissione parlamentare. Nello stesso periodo, la prefettura di Latina ha convocato il tavolo sull’immigrazione, a cui ha preso parte anche l’assessore regionale al lavoro. Inoltre, sono stati avviati i primi processi contro caporali italiani e indiani denunciati per sfruttamento, nei quali la Flai Cgil e la Cgil di Latina si sono costituite come parte civile.