Maurizio Sacconi chiede che si proceda con decreto legge, ma non è convinto di alcuni aspetti della riforma Fornero. “La trattativa è stata probabilmente troppo lunga – dice l'ex ministro del Lavoro a La Stampa – l'esperienza ci dice che la sua complessità non è garanzia di qualità dell’esito”. Nel merito, “allo stato delle cose – spiega Sacconi – conosciamo una proposta che irrigidisce le flessibilità in entrata e rende un po'più flessibili le rigidità in uscita. Si tratta di verificare l'equilibrio che si produce tra maggiore flessibilità in entrata e minore flessibilità in uscita, cioè se di fatto aumenta la propensione ad assumere, perché questo è il tema principale”.

“Bisogna evitare di disincentivare il contratto a termine – aggiunge – perché costituisce un'opportunità lavorativa con piene tutele”. Alla domanda se avrebbe osato di più sull'articolo 18, Sacconi risponde: “Il rinvio al magistrato della scelta tra reintegro e indennizzo per licenziamento disciplinare mantiene incertezza sull'esito del contenzioso e perciò non stimola ad assumere”.