Oltre 200 lavoratori metalmeccanici esposti all’amianto, provenienti dalle aziende più importanti del settore ferroviario, protestano oggi (20 dicembre) sotto la sede del ministero del Lavoro in via Molise perché, nonostante una legge di due anni fa riconoscesse specifiche tutele, a tutt'oggi non hanno avuto il riconoscimento del diritto ai benefici in termini di anticipo del trattamento pensionistico.

"A distanza di oltre due anni, nonostante la promulgazione di specifico decreto attuativo e di norme applicative, tali benefici non trovano concreta applicazione con conseguenze nefaste per i lavoratori del settore, tra cui molti in possesso di regolare domanda di quiescenza debitamente certificata dalle sedi Inps territoriali", spiegano Fim, Fiom e Uilm nazionali in una nota. Il tutto aggravato dalla crisi del settore che, in alcune aree ed imprese, sfocia nel paradosso: lavoratori potenzialmente pensionabili secondo la legislazione vigente che sono collocati in cassa integrazione, poiché l'Inps non dà seguito all'erogazione del trattamento pensionistico.

Le categorie nazionali dei metalmeccanici hanno denunciato tale situazione chiedendo uno specifico incontro a Inail e Inps nazionali, "con il preciso obiettivo – si legge nel comunicato unitario – di analizzare le evidenti problematiche nell’applicazione della norma di legge e insieme individuare una soluzione. A distanza di un mese, purtroppo, non abbiamo ricevuto risposta alcuna".

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