I lavoratori delle Province italiane vanno in piazza davanti al Senato. I dipendenti si sono radunati oggi (16 dicembre) alle 13.30 in Piazza delle Cinque Lune a Roma, per mettere in scena la loro protesta, proprio mentre in aula è in discussione la legge di Stabilità.

“Il riordino territoriale poteva essere il banco di prova del Governo ‘innovatore’. Invece si sta rivelando il suo più clamoroso fallimento”. Così, in una nota dei giorni scorsi, i sindacati del lavoro pubblico Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.

Una protesta rafforzata dagli emendamenti proposti dal Governo e definiti “inacettabili” dalle federazioni dei dipendenti pubblici di Cgil Cisl e Uil: “c’è buio totale sul riordino delle funzioni, ma in compenso si vedono benissimo i tagli alle risorse (3 mld, da qui al 2017), il caos per i 56.000 lavoratori allo sbando e il divieto di prorogare i 2.500 contratti precari, che equivale a decretare l’impossibilità di garantire i servizi”.

 
“Comunque le si vorrà chiamare – denunciano i segretari generali delle tre sigle Rossana Dettori, Giovanni Faverin e Giovanni Torluccio – le Province saranno scatole vuote, prive di risorse economiche e professionali. Non c’è nessuna garanzia per le professionalità in servizio di trovare una nuova collocazione che le valorizzi, né per i cittadini di continuare ad avere un soggetto istituzionale in grado di provvedere alla sicurezza degli edifici scolastici, alla tutela ambientale, alle politiche attive per il lavoro, alla manutenzione della rete stradale”.

“La direzione da seguire c’è già: è l'accordo sottoscritto in Conferenza Unificata appena l’11 settembre scorso, in applicazione della legge Delrio. Per questo – continuano - saremo in piazza e abbiamo chiesto di incontrare i Capigruppo e i Presidenti della I° e della V° Commissione del Senato, perché bisogna cambiare questa legge prima che lavoratori e cittadini debbano pagare le conseguenze”.

“E se necessario – concludono - proseguiremo la mobilitazione occupando le sedi istituzionali competenti, fino a quando non avremo riposte certe sul futuro del personale e dei servizi”.