Sull’Unità il filosofo Michele Prospero replica a Eugenio Scalfari che ha contrapposto "la Camusso" (che non avrebbe alcuna visione dell'interesse generale, e quindi navigherebbe alla cieca e con una ben scarsa “intelligenza politica”) a Luciano Lama, che "al contrario merita ancora oggi di sedere sugli allori per essere stato lui sì un interprete del generale e non uno schiavo del vile particolare”.
Prospero, dopo aver smontato il paragone, “privo di senso storico”, sottolinea che “dinanzi a politiche pubbliche per la crescita Scalfari storce la bocca e le reputa costose. Eppure un fiume di denaro pubblico è già stato versato per salvare le banche e abbeverare il mercato in sofferenza”. E ancora: “Nella rubrica ‘lotta agli sprechi e ai privilegi’ Repubblica inserisce la auspicata guerra santa del governo tecnico per la rapida riforma del mercato del lavoro. Sembra però, osserva Prospero, una lotta contro i mulini a vento che nulla porta in termini di competitività”.

Al fondatore di Repubblica risponde anche Valentino Parlato sul Manifesto, ribattendo punto per punto a molte delle argomentazioni di Scalfari. Al debutto del governo Monti, ricorda Parlato, era emersa la domanda di un'imposta patrimoniale, cioè che anche i benestanti, pagassero qualcosa per temperare una crisi alla quale avevano contribuito. Ma poi non se n’è più parlato. Perché? “Qui c'è un punto sul quale vorrei richiamare l'attenzione. Il governo Monti è sostenuto dal Pdl e dal Pd, ma la forza maggiore è quella del PdI, il quale davanti a una patrimoniale anche modesta staccherebbe
la spina”.