“Il sistema della produzione culturale deve tornare al centro dell’attenzione della classe politica che, negli ultimi anni, ha manifestato verso di esso disinteresse e approssimazione quasi folkloristica, non tenendo conto dell’enorme patrimonio che la Sicilia possiede”. Lo sostengono Maurizio Rosso, coordinatore regionale Slc area produzione culturale, e Davide Foti, coordinatore generale della categoria. Sull’argomento, il sindacato annuncia un “manifesto di proposte”, che intende sottoporre a "un confronto vero e serrato con tutte le istituzioni politiche, locali e regionali, con le istituzioni culturali, con l’università e la scuola e con le associazioni interessate, affinchè le potenzialità di un settore che possiede giacimenti e opportunità infinite possano dispiegarsi”.

L'Slc - com'è emerso nel corso di un coordinamento regionale di settore - ritiene che fra i temi da affrontare ci siano quelli dell’ organizzazione e della messa in rete del sistema dei teatri (lirico-sinfonici, prosa, di 'pietra' e jazz); della collaborazione produttiva fra teatri di diverso genere; dello scambio di complessi artistici fra teatri siciliani; d'investimenti in tecnologia per tutti i teatri. Il sindacato intende mettere all’ordine del giorno anche “il rilancio di una grande attività di fiction cinematografica, che creerebbe certamente un volano di sviluppo economico-culturale straordinario”.

Inoltre, “un’operazione straordinaria di messa in rete del patrimonio architettonico della Sicilia, affinchè possa ospitare opere, balletti, concerti, tragedie, commedie, set cinematografici, visite guidate e tantissime altre attività, anche con l’importante collaborazione degli artisti locali. “Producendo cultura – concludono i due dirigenti sindacali – si produce crescita economica, civile, sociale e occupazione stabile e strutturata, e si mette la nostra regione in grado di competere con l’Europa".