C’è grande preoccupazione tra i 1.200 lavoratori della Piaggio Aerospace. Il loro futuro, infatti, è legato alla commessa da 766 milioni per l’Aeronautica militare italiana che deve essere autorizzata dal governo. Uno stallo che va avanti da mesi, con il nuovo esecutivo (il vicepremier Di Maio, in particolare) che ancora non ha fornito il proprio via libera. Di questo si doveva parlare martedì 13 novembre a Roma, presso il ministero dello Sviluppo economico, con sindacati, azienda ed enti locali (a sostegno dell’incontro Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil avevano anche indetto otto ore di sciopero e convocato un presidio). Ma il dicastero ha rinviato l’incontro di una settimana, spostandolo a martedì 20.

“Non è un buon segnale”, commenta Antonio Caminito (Fiom Cgil Genova): “La situazione è ben nota e prendere ulteriore tempo non serve a convincere la proprietà a cambiare idea su una decisione che appare sempre più vicina, ossia la messa in liquidazione dell’azienda”. L’azionista principale di Piaggio Aerospace (il fondo sovrano Mubadala Investment Company di Abu Dhabi), infatti, ha già dato mandato ai vertici della società di preparare il procedimento relativo alla messa in liquidazione dell’azienda qualora non arrivasse la commessa. “Le decisioni che il governo doveva assumere e non ha fatto, non sono solo iniziative di carattere industriale, ma impegni raggiunti tra due governi”, riprende Caminito: “Se gli impegni presi non si vogliono mantenere lo si dica con chiarezza e con altrettanta trasparenza. Per le responsabilità che hanno i ministri coinvolti, dicano come intendono procedere per tutelare una delle tante eccellenze italiane in balia dei tanti umori che la politica esprime sui temi del lavoro”.

Il programma, portato quasi a compimento dal governo guidato da Gentiloni (con la bozza di decreto redatta dall'ex ministro Pinotti), consiste nell’acquisto di 10 sistemi aerei a pilotaggio remoto, ossia 20 droni P.2HH, e 10 stazioni di controllo da terra. La commessa assicurerebbe lavoro e sviluppo ai 1.200 dipendenti dell’azienda, distribuiti nei due stabilimenti di Genova e Villanova d’Albenga (Savona), cui vanno sommati anche i 300 addetti dell’indotto. L’acquisto ha ricevuto il parere favorevole del ministro della Difesa Elisabetta Trenta, ma ancora non è stato calendarizzato dalle Commissioni parlamentari interessate (Difesa e Attività produttive) di Camera e Senato. E questo perché il governo, alla ricerca di fondi per finanziare la prossima legge di Bilancio, potrebbe tagliare proprio questo investimento. I sindacati ritengono “miope” tagliare risorse a questo programma (cui partecipa anche la Leonardo), rimarcando anche che se sul versante civile la Piaggio Aerospace ha raggiunto livelli eccellenti con il P.180 (un aereo da trasporto executive, arrivato alla terza generazione e venduto in tutto il mondo), ora è il momento di puntare sul versante militare, appunto con il programma dei droni, di cui l’azienda ha già iniziato a produrre la prima generazione (denominata P.1HH).

“La Piaggio ha avuto troppi interlocutori, ed è necessario ricordare che sono trascorsi solo undici mesi dall’ultimo salvataggio avvenuto grazie alla proprietà con un’operazione di rinegoziazione del debito, insieme all’immissione di denaro fresco, per un’operazione di oltre 500 milioni di euro”, illustra l’esponente della Fiom Cgil genovese: “La Piaggio ha la necessità di avere certezze di prodotti, di mercati e di impegni istituzionali, perché questo è richiesto a chiunque operi sui mercati delicatissimi della difesa, senza improvvisazioni. I lavoratori non possono ogni 12 mesi sentirsi dire che l’azienda in cui lavorano è in liquidazione”.

Per Antonio Caminito “ognuno deve svolgere la propria parte per costruire un futuro fatto di prodotti di qualità, con lavoratori altamente qualificati, in un mercato dove l’Italia è oggi assente, il mercato dei droni, che varrà 8,4 miliardi nel 2019 e che crescerà ancora negli anni successivi”. Piaggio, dunque, può essere una delle “aziende protagoniste, naturalmente insieme a Leonardo, che detiene una parte determinante della tecnologia sui droni”. Oggi occorre convincere “la proprietà a fare dei passi indietro: non la si convince con le chiacchiere, ma con atti concreti”. Caminito, in conclusione, invita a fissare “le date delle Commissioni, a votare e a inviare alle Camere un orientamento chiaro da tenere nell’approvazione della legge di Bilancio di fine anno. E il governo ci convochi per dirci cosa ha fatto e cosa intende fare per raggiungere l’obiettivo che, a parole, tutti condividono”.