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Precipita la situazione alla Piaggio Aerospace. L’azienda, specializzata nella produzione di velivoli a pilotaggio remoto, di proprietà di Mubadala Development Company (società del governo di Abu Dhabi), ha avviato le procedure di mobilità per 132 lavoratori (89 a Genova e 43 a Villanova d’Albenga, nel savonese). “Una decisione difficile ma necessaria, coerente con le linee guida del nuovo piano industriale annunciato alle parti sociali lo scorso mese di luglio" scrive la società in una nota. Subito è scattata la protesta: stamani (mercoledì 14 settembre) i lavoratori sono scesi in strada a Genova (assieme ai dipendenti Ericsson) e a Savona.
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La decisione della Piaggio Aerospace ha spiazzato i sindacati, visto che è in corso una trattativa con il governo e che appena due mesi fa è stata firmata la cassa integrazione straordinaria. Nell’ultimo incontro “triangolare” del 9 agosto scorso presso la Presidenza del Consiglio, spiega il segretario della Fiom Cgil genovese Antonio Caminito, il ministro allo Sviluppo economico Calenda e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio De Vincenti “avevano garantito ai sindacati che non solo non avevano dato alcun assenso al nuovo piano industriale di Piaggio, che prevedeva il licenziamento dei cassintegrati e lo scorporo dei motori e del service per creare una nuova azienda con 650 dipendenti su 1.300 (esclusivamente orientata al settore militare), ma che anzi erano fortemente contrari”.
La Piaggio, continua Caminito, “non mantiene mai i propri impegni. Prima ha stracciato l’accordo di programma, poi ha disegnato un nuovo piano industriale disdettando un accordo firmato presso il governo solo 24 mesi prima. Poi ha messo in discussione gli ammortizzatori, si è disimpegnata sul service, sui motori e sulle aree di Genova, che erano lo strumento per ricollocare i cassintegrati. E ora attiva la procedura per licenziare 132 lavoratori oggi in cassa integrazione”.
A questo punto la Fiom chiede chiarezza. “Se esiste una trattativa in corso e contemporaneamente si avvia la procedura per licenziare 132 lavoratori, questo vuol dire che la trattativa è finita male o non c’è mai stata” continua Caminito. La Fiom Cgil genovese, dunque, chiede al governo di “intervenire subito sulla proprietà, avviando un confronto e fissando una data per l’incontro presso il ministero per fare il punto della situazione: chiediamo che il governo mantenga gli impegni presi. Il ministro il 9 agosto scorso ci aveva chiesto di tenere i toni bassi per facilitare l’avvio del confronto con la proprietà. Oggi gli chiediamo come dovremmo interpretare i 132 licenziamenti. Se il governo non interviene immediatamente, rischia di diventare corresponsabile del grave atto avviato dall’azienda”.