Con il ricordo di Antonio Ferrarini, vittima di camorra, pronunciato da Federico Libertino, segretario segretario generale della Cgil di Napoli, è iniziata l’Assemblea dei quadri e dei delegati Cgil del Mezzogiorno, nell’ambito della campagna nazionale “Laboratorio Sud-Idee e proposte per il Mezzogiorno e per la crescita del paese”. L’iniziativa si svolge presso la Mostra d’Oltremare della città partenopea. 

“Le risorse annunciate dal governo per il bonus una tantum ai diciottenni siano interamente utilizzate per il diritto allo studio a partire dal Sud, dove i livelli di dispersione sono più alti e i numeri degli immatricolati si riducono di anno in anno. Altrimenti diventa solo un regalo di compleanno che ha più il tratto di rispondere a esigenze politiche di consenso”. È una delle proposte concrete avanzate dal segretario confederale Cgil, Gianna Fracassi, nell'aprire l'appuntamento odierno. “La Cgil – ha esordito la dirigente sindacale – ha il dovere di avanzare proposte, chiedere e pretendere soluzioni a partire proprio dalla legge di Stabilità”.

Se si vuole passare dalle parole ai fatti (“siamo francamente stupiti dal balletto di parole”, ha osservato) servono strumenti operativi: incentivi a sostegno dell'occupazione selettivi e non a pioggia; investimenti su innovazione e ricerca, aiuti per per aree depresse; integrati per la mobilità (piano porti, strade, alta capacità ferroviaria); un piano anti-dissesto. “Quello che chiediamo – oltre al profondo cambiamento della legge Fornero sulle pensioni – è un progetto ampio con tempi medi non dettati dalle esigenze di consenso politico. Perciò occorrono risorse aggiuntive per attuare un piano di investimenti pubblici che crei lavoro e garantisca i diritti di cittadinanza”.

Nelle sue conclusioni, in un denso e articolato intervento, Susanna Camusso ha detto che "l’idea che sostiene questo attivo dei delegati è quella di passare dalla denuncia dei problemi, che naturalmente bisogna continuare a fare, a quella delle proposte”. Perché “chi vive nel Mezzogiorno del nostro paese abbia a disposizione gli stessi servizi e la stessa qualità della vita che ci sono in altre zone del paese”. Da questo punto di vista il leader Cgil ha criticato aspramente, anche rispetto al Sud, le politiche dei governo, a cominciare dal mantra del bonus (“Il governo è malato di bonus. Manca una politica industriale, senza la quale il paese dove va?”).

Camusso ha anche detto basta alla logica dell’emergenza: “Strade, territorio, acqua, servizi, trasporti: basta gestione emergenziale. Si programmi”. E “basta anche ai contributi senza vincoli alle imprese. Servono misure che indirizzino verso investimenti e ricerca”. In generale per il leader della Cgil manca in Italia una politica specifica per il Sud: “Non si possono varare misure uguali per territori diseguali. Cosi si aumenta solo il gap”. Manca, in generale, una politica industriale: "Avendo deciso di lasciar fare alle imprese – ha detto – in questo quadro il Mezzogiorno non c'è. Perché un quadro presupporrebbe di avere investimenti, scelte di filiera, e quelle grandi imprese che, non è un caso, nel mondo sono partecipate pubbliche".

 

LA GIORNATA 
“Risorse aggiuntive, messa in sicurezza del territorio e investimenti in scelte di politica economica e industriale che guardino alla qualità della vita sono gli ingredienti per far ripartire l'economia del Mezzogiorno”. È quanto sostiene Giovanni Forte
, segretario generale della Cgil pugliese. Netto il giudizio del segretario rispetto alle scelte del governo e alla legge di stabilità: il Mezzogiorno continua ad essere ignorato e anche i quindici piani regionali appaiono più come effetto dell'esigenza di "ricomporre la lista della spesa" che frutto di una volontà di far ripartire le regioni del Sud.

“C'è bisogno – ha detto – di un tavolo di confronto e soprattutto di risorse aggiuntive. C'è bisogno di un'idea che punti all'integrazione del sistema Paese a partire dal Sud". Una necessità quella di ripartire dal Meridione che viene da una certezza: "L'economia del Mezzogiorno riesce a fare da traino a quella settentrionale, l'esperienza ci dice che non è vero il contrario". Rispetto alla condizione dell'economia pugliese, insieme all'andamento positivo di alcuni settori di eccellenza e al lavoro fatto sulla valorizzazione in termini in particolare turistici della regione, ha concluso il sindacalista, “si registra però il persistere di sacche (nel turismo così come in agricoltura o nella produzione di complementi di arredo) in cui la dignità e i diritti dei lavoratori sono negati”.

È una cooperante molisana, Sabina Farinaccio, ad aprire il primo gruppo di discussione sul tema "diritti di cittadinanza" dell'assemblea dei quadri e dei delegati del Mezzogiorno. Una premessa ha introdotto intervento della lavoratrice che ha delineato nel complesso, la situazione economica e sociale della sua regione: "La cooperazione sociale deve riappropriarsi della propria identità che è fondata sul mutualismo”. La lavoratrice ha inoltre plaudito il lavoro fatto in relazione alla legge di iniziativa popolare per la regolamentazione del sistema degli appalti e ha sottolineato quanto realizzato rispetto al tema dell'immigrazione dal Molise, "prima regione per accoglienza dei migranti del paese", evidenziando come la presenza di questi in regione abbia fatto registrare una controtendenza rispetto al tasso di natalità regionale.

Un ritorno al clientelismo e alla logica del favore è il rischio denunciato dalla coordinatrice regionale dell'Inca Campania Manuela Tomolillo.  "In un contesto come quello meridionale il taglio ai patronati ha un valore diverso rispetto all'impatto che può determinarsi nelle regioni del Nord. Non saremo più in grado di portare avanti il nostro lavoro di informazione,presidio e tutela capillare e colmare il deficit di presenza territoriale degli enti preposti". Tagliare i padronati significherà indurre cittadini a rivolgersi a soggetti che erogheranno il servizio a pagamento reintroducendo la logica clientelare del favore e costringendo chi non potrà pagare a non godere di quanto gli spetta di diritto". Altro aspetto sottolineato quello del digitale divide : "Lì dove è stato introdotto l'obbligo dell'invio telematico noi sosteniamo quei cittadini che non dispongono dei mezzi per ottemperare alle richieste governative". Un lavoro, quello dei patronati, che andrebbe valorizzato invece che falcidiato dal governo: "altro che passacarte - sottolinea Tomolillo - il nostro è un lavoro di qualità: partiamo dalla valutazione dell'esistenza del diritto per procedere alla sua emersione, all'orientamento del cittadino e quindi all'introduzione agli enti a cui arriva una pratica già filtrata". 

Una feroce critica al governo è quella fatta dal segretario generale della Fiom Campania Andrea Amendola."Il Master Plan non prende atto delle peculiarità del Sud", denuncia il sindacalista che sottolinea l'importanza strategica dell'industria nell'economia meridionale. Amendola ha ricordato i recenti fenomeni di chiusura di impianti in Campania a favore della preservazione di quelli presenti al nord a partire dalle vertenze di Alenia e Finmeccanica senza dimenticare il recente caso della Whirpool di Caserta. "La ricerca, l'innovazione e la preservazione e creazione di centri di eccellenza in stretto contatto con le università vanno realizzati qua", ha denunciato il segretario che non invoca nuovi investimenti ma la valorizzazione delle realtà preesistenti in una logica che superi quella di mercato. Amendola ha proposto, inoltre, una discussione sul Sud che abbracci anche le realtà del Nord e che ampli la discussione coinvolgendo i quadri e i delegati del settentrione. "C'è un problema culturale che ci investe e secondo il quale le priorità vanno sempre al nord. Se la priorità è il Mezzogiorno e allora deve essere il Mezzogiorno e voglio discuterne non solo a Napoli o a Bari ma anche a Milano con i compagni del nord", ha concluso.

(Ha collaborato Michela Aprea)