"La pensione per tanti lavoratori in mobilità diventa irraggiungibile. Il decreto per alzare il tetto dei 10mila e differire la data non è mai stato emanato e adesso per questi lavoratori siamo al capolinea: finiscono la mobilità e restano senza tutele". E' quanto denunciano in una nota i segretari confederali della Cgil, Fulvio Fammoni e Vera Lamonica.
I due sindacalisti ricordano come "dopo il prolungamento di un anno per la pensione, furono esclusi un massimo di 10.000 lavoratori collocati in mobilità per effetto di accordi entro il 30 aprile 2010. Immediatamente denunciammo l'assoluta inadeguatezza - proseguono - e tutte le forze sociali chiesero di spostare la data e di alzare i numeri. Il governo invece di correggere il merito, cercò improbabili rimedi con la legge di stabilità fu prevista la continuità dell'erogazione a quanti esclusi dai 10.000. Era necessario però un Decreto che non è mai stato emanato”.
Adesso, fanno sapere Fammoni e Lamonica, “i lavoratori arrivano al capolinea, finiscono la mobilità e restano senza tutele. E' già così dalla finestra di luglio, ma il numero aumenterà esponenzialmente con le finestre di ottobre e gennaio in modo totalmente irresponsabile il governo lascia lavoratori che hanno perso il lavoro senza nessuna tutela. Questa è la realtà attuale”. Per i due dirigenti sindacali della Cgil “il numero dei 10mila è assolutamente insufficiente, indiscrezioni Inps prevedono che siano altri 16mila i lavoratori che non arriveranno a pensione. Ad aprile questi lavoratori erano stimati in 35.000, adesso si dà una interpretazione sbagliata della legge, conteggiando solo i lavoratori già in mobilità al 30 aprile dello scorso anno, non gli accordi stipulati entro quella data”.
Intanto, “salvo una una tantum pagata a luglio e agosto, non proseguirà l'erogazione della indennità di mobilità perché manca il decreto. Ma almeno i 10.000 avranno la pensione? Fra molti mesi, perché ad oggi neppure la verifica sui requisiti è stata effettuata. Un pasticcio brutto e un assoluto disinteresse nei confronti dei lavoratori a cui il governo crea un danno e ha il dovere di porre immediato rimedio”. Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto “un urgente incontro con il ministro del Welfare Sacconi e il presidente dell'Inps Mastrapasqua e che fosse comunque garantita l'erogazione a tutti dell'indennità di mobilità, a cui non è stato neanche data risposta. La situazione - concludono Fammoni e Lamonica - in pochi giorni diverrà insostenibile e noi sosterremo in tutti i modi possibili i diritti di quei lavoratori".
Pensioni: Cgil, irraggiungibile per lavoratori in mobilità
24 ottobre 2011 • 00:00