"Le dichiarazioni del presidente della Regione Liguria sono preoccupanti quando parlando del futuro dell'Ilva di Genova dichiara che ci vuole un piano industriale e bisogna ridiscutere delle aree. Sembra che si voglia rompere l'accordo di programma del 2005 che ci ha permesso di salvare lo stabilimento di Genova ed i lavoratori". Così in un comunicato la Fiom Cgil di Genova. Che continua: "Sembra di essere tornati indietro al 1999 quando tutti ci spiegavano che liberando le aree dell'Ilva ci sarebbero state nuove imprese e nuovo lavoro. La realtà ha dimostrato che erano tutte balle". 

Con l'Accordo di Programma del 2005, aggiungono i sindacati, "si sono liberati 400 mila metri quadri di cui la metà servivano per nuove realtà industriali. Dove sono,dopo 10anni, queste realtà? Non ne vediamo una tranne l'Ilva. Quei lavoratori hanno fatto un patto con la città, le istituzioni locali ed il governo : si chiude una parte d'industria che fa utili e assume ma in cambio si garantisce la continuità produttiva di ciò che rimane con nuovi investimenti e si garantisce tutta l'occupazione(allora definita in 2200 posti di lavoro) e si garantisce la continuità di reddito".

"Un piano industriale c'è già - continua la nota – ed è quello allegato all'accordo di programma e il Collegio di Vigilanza presso la Prefettura di Genova (di cui il sindacato non fa parte) doveva, come dice la parola, vigilare che tutto fosse portato a compimento. Se ciò non è avvenuto o è avvenuto solo in parte la responsabilità non è solo dell'azienda ma anche delle istituzioni locali e nazionali".

Le risposte, conclude la Fiom, "le vogliamo dal governo ma anche dalla Regione Liguria, dal Comune di Genova e da tutti gli altri firmatari. Va rivendicato l'applicazione dell'accordo di programma, vanno messe in moto le linee di produzione nuove e ferme da due anni, vanno conclusi gli investimenti utilizzando la Legge di Stabilità che ha dato via libera a un miliardo e 200 milioni per Ilva, va garantito il reddito, va applicato e difeso l'accordo di programma del 2005. I patti vanno rispettati e andremo in Regione il 23 ottobre ed in Prefettura il 3 novembre per ribadire tali posizioni".