“Mancano soldi, mezzi e risorse umane”, la giustizia rischia la paralisi. È la denuncia di Giancarlo Caselli, procuratore capo di Torino, intervistato questa mattina su RadioArticolo1. “Sono più di dodici anni - spiega il magistrato - che non si assumono nuovi segretari e nuovi cancellieri. Il risultato è la difficoltà a far funzionare gli uffici giudiziari, considerando anche l’emorragia da pensionamento. In queste condizioni la magistratura non è al servizio dei cittadini. Se non ci sono i cancellieri - osserva - non si possono fare le udienze. Non ci sono i soldi per pagare gli straordinari e le poche udienze che si fanno devono finire alle ore 14. I magistrati dovrebbero essere diecimila e invece sono sotto di mille unità. Così i processi non finiscono mai".

C’è poi un problema di distribuzione
delle risorse sul territorio dello Stato: "La legge che ancora oggi assegna un tribunale e una procura della Repubblica ai vari territori - ricorda Caselli - è una legge dell’Ottocento. Molti uffici giudiziari, in realtà, non hanno un carico di lavoro tale da giustificare la propria esistenza. Sono circa ottanta le procure ritenute sottoutilizzate. Intervenire su questo versante significherebbe recuperare altre risorse. Si parla tanto di riforme, ma poi non succede mai niente”. Quanto alle procedure, “se vogliamo conservare i tre gradi di giudizio, che almeno ci siano dei filtri: oggi qualsiasi imputato, condannato in primo grado, ricorre sempre e comunque in appello. In questo modo il sistema si ingolfa e la macchina si ferma. Il processo non finisce più, e non si sta facendo nulla per risolvere questi problemi".

Anche sul processo breve il procuratore capo di Torino è molto chiaro: “Tutti siamo per un processo breve, contro questa vergogna dei processi che non finiscono mai. Ma non basta fissare un termine, tirandolo fuori dal cilindro, senza preoccuparsi che la strada per arrivare al traguardo del termine sia percorribile. Col processo breve mi si dice di correre veloce. Ma invece di darmi le scarpe adatte, mi si costringe a muovermi con degli scarponi da palombaro. Così di strada ne faccio poca e poco velocemente”. Infine sulle intercettazioni, "vero baluardo per la sicurezza dei cittadini - ha concluso - perché consentono di scoprire molti delinquenti: assassini, stupratori, pedofili, corruttori, trafficanti di droga. Se verranno smantellate, così come prevede la legge già approvata dalla Camera, la sicurezza dei cittadini sarà a rischio”.