“Siamo molto preoccupati per la condizione di gravissima difficoltà in cui versa gran parte dei Conservatori di musica pareggiati e per la sorte dei precari storici”. A dirlo è Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, sottolineando come si continui “a ritardare sia la stabilizzazione dei precari sia le soluzioni per gli istituti pareggiati. Per effetto dei tagli agli enti locali, che ne sono i principali finanziatori, alcuni di essi purtroppo hanno già chiuso, e per altri si prevede un’analoga drammatica soluzione. Ciò porta a un ulteriore impoverimento della diffusione dell’alta formazione musicale sul territorio nazionale, ed è un danno per migliaia di giovani studenti e per centinaia di docenti”.

I Conservatori di musica pareggiati svolgono una notevole funzione culturale e sociale sul territorio, per questo la Flc crede “che governo e Parlamento in sede di approvazione della Legge di bilancio 2017 debbano urgentemente provvedere a fornire una soluzione positiva per i Conservatori”. Domenico Pantaleo invita il legislatore “a intervenire almeno su tre punti decisivi, assicurando le necessarie risorse: definire politiche per il riordino razionale del sistema dell’Alta formazione artistica e musicale; finanziare il processo di statizzazione dei Conservatori pareggiati, in modo da preservarne l’importante presenza diffusa sul territorio; dare soluzione definitiva, mediante un processo di assunzioni a tempo indeterminato, all’enorme problema dei docenti precari storici, che rappresentano una grande risorsa per tutto il paese, da non disperdere”.

La Flc Cgil chiede dunque “soluzioni rapide perché la situazione di incertezza su precari e pareggiati provoca gravi ripercussioni nell’offerta didattica e formativa del sistema Afam. Così facendo si darebbe nuovo e vigoroso impulso a uno dei settori strategici della cultura nazionale, quello dell’alta formazione musicale, si darebbero nuove speranze a tanti nostri giovani di talento, che così non sarebbero costretti a migrare per studiare musica, e si garantirebbe a centinaia di docenti la stabilizzazione occupazionale”.