La Filcams Cgil ha lavorato per un anno su una vertenza difficile, quella riguardante la Consulmarketing, società di servizi che opera nel campo della rilevazione di qualità all'interno delle catene della grande distribuzione. Alla fine, nei giorni scorsi, dopo cinque giornate di sciopero e discussioni complicate, è arrivato l'accordo che stabilizza tutti i dipendenti che lavoravano con contratti di collaborazione. Il programma di RadioArticolo1, dal titolo "Spazio Filcams", ha dedicato la puntata di stamattina all'argomento, parlandone con Laura Buzzi, lavoratrice che opera nel territorio tra Ferrara e Ravenna, Sandro Pagaria, della Filcams nazionale e Isabella Pavolucci, segretaria della Filcams di Rimini.

"Siamo contentissimi dell'esito della vicenda – sostiene Buzzi – dato che prima figuravamo in qualità di collaboratori pagati a cottimo 8-9 euro l'ora e senza alcun diritto, pur essendo lavoratori subordinati a tutti gli effetti, con attività programmate e demandate con date e scadenze. Ora siamo usciti dal limbo del precariato e siamo stati tutti stabilizzati, diventando dipendenti a tutto tondo, con diritti costituzionalmente riconosciuti, come ferie e malattia. Abbiamo vinto la nostra battaglia, una vittoria non solo professionale, ma soprattutto di civiltà ed etica morale". 

"Il percorso è stato assai travagliato – ricorda Pagaria –, perchè vi sono state varie occasioni di confronto sia con il gruppo che con l'associazione datoriale che aveva sottoscritto gli accordi di stabilizzazione con Fisascat e Uiltucs. Un negoziato difficile, che a un certo punto ha rischiato di finire per via giudiziaria attraverso cause individuali sui capitoli attinenti l'emersione e l'inquadramento. Alla fine è andata bene, l'azienda ha accettato un incremento del costo del lavoro per contrattualizzare i lavoratori e inquadrarli a un buon livello del ccnl del terziario. Tra le caratteristiche dell'intesa, approvata all'unanimità da tutto il personale, c'è la figura, al terzo livello, del rilevatore, con un innalzamento dell'orario a un minimo di 18 ore settimanali, al posto delle 12 attuali, che si concluderà a fine dicembre 2018 con la realizzazione di un aumento del 60% del salario. Inoltre, verrà istituito un tavolo tecnico bilaterale per la verifica del dispiegamento dell'accordo e per il riconoscimento dei primi tre giorni di malattia, indipendentemente dal numero di volte in cui il lavoratore si ammala".

"L'accordo è importante – osserva Buzzi –, perchè oltre ai vari benefici riconosciuti, siamo chiamati a un confronto e a una collaborazione paritetica al tavolo tecnico. Quindi le nostre idee, le nostre istanze, le nostre proposte avranno lo stesso peso specifico di quelle dei nostri manager e superiori: questo è davvero il punto di svolta per ricominciare con fiducia e aprire nuove strade per il futuro, che non può che essere migliorativo. Si entra finalmente in azienda come valore aggiunto, come risorsa vera e propria, mentre prima eravamo solo un numero finalizzato ad adempiere a determinate attività, senza esser mai presi in conìsiderazione sul piano delle proposte. Il tavolo tecnico, dunque, riveste un'importanza fondamentale, al pari del riconoscimento della professionalità, e ci permetterà di dare il nostro contributo all'azienda, che di sicuro darà un imput migliorativo all'efficientamento di tutto il porocesso produttivo".

"Questo accordo è basilare – rileva Pagaria – , perchè può fare da apripista ed essere traslato in moltissime realtà produttive, in virtù della legge Fornero, con la trasformazione dei rapporti di lavoro dei dipendenti di tante aziende. Adesso ci batteremo affinchè vi sia una certa coerenza dei percorsi, per evitare anche del dumping dal punto di vista concorrenziale, perchè in aziende come queste dove non si produce materiale fisico, ma servizi basati sul lavoro delle persone, l'incidenza del costo del lavoro è di sicuro nella maggioranza dei costi aziendali. E lavorando in appalto e in concessione è necessario che il costo del lavoro sia in linea di massima equivalente. Attraverso il tavolo tecnico, poi, entriamo a pieno titolo nell'organizzazione del lavoro, con un approccio diverso da chi magari tende a imporre la propria volontà in maniera dirigistica".

Nel frattempo, anche quest'estate è partita la campagna d'informazione "Diritti alla stagione", organizzata dalla Filcams dell'Emilia Romagna, con un camper attrezzato per rispondere alle esigenze dei lavoratori e combattere il lavoro nero che attraverserà i 110 chilometri della Riviera. "A Rimini – spiega Pavolucci – ogni anno gravitano attorno al settore del turismo circa 20.000 lavoratori, chi in maniera sistematica, chi a seguito dell'espulsione da altri luoghi di lavoro. Con la nostra campagna, cerchiamo di essere presenti nei punti strategici lungo la costa per avvicinare i lavoratori della nostra provincia. E la loro risposta è sempre notevole: in molti si fermano, si informano e poi magari tornano per avviare la domanda di disoccupazione, ma anche per controllare il loro rapporto di lavoro, fare i conteggi o a volte inoltrare vertenza: lo scorso anno, presso l'apposito ufficio, ne abbiamo contate più di 500, molte per recupero crediti. Quest'anno, a fine stagione, organizzeremo anche presìdi e banchetti di fronte ai Centri per l'impiego, dove si riverseranno tantissimi lavoratori per iscriversi nelle liste e dare immediata disponibilità di lavoro. Mediante il contatto con i lavoratori ci rendiamo conto di quante irregolarità, ancora oggi, vengano tollerate come se fossero normali. Un esempio su tutti, il giorno di riposo, spesso ignorato dai datori di lavoro durante la stagione, pratica che deve essere assolutamente denunciata e debellata, per far sì che la cultura della legalità non sia di pochi, ma si estenda a quanti più soggetti possibili".