“Nel call center di Taranto della multinazionale Teleperformance i primi 60 lavoratori somministrati, per effetto del cosiddetto ‘decreto dignità’, potrebbero dal 1° novembre tornare tra le fila dei disoccupati italiani”. A dirlo è il segretario del Nidil Cgil di Taranto Daniele Simon, annunciando una manifestazione per mercoledì 31 ottobre davanti al call center. “La platea dei lavoratori a rischio sale a circa 300 se valutiamo i contratti in scadenza”, spiega Simon: “Contratti che, superata la soglia dei quattro rinnovi, secondo il recente decreto dignità voluto dal vicepremier Luigi Di Maio, potrebbe di fatto aprire la strada a una stagione ‘tritacarne’. A settembre il Nidil aveva già utilizzato questo termine, spiegando come il personale in uscita veniva allegramente sostituito da altro personale passato velocemente da corsi di formazione organizzati dalla stessa azienda e spesso con la complicità dei committenti. Si forma personale che si tiene pronto come in una batteria di polli da combattimento. Una volta scaduti i termini che dovrebbero aprire la porta a un lavoro stabile, si procede con la sostituzione”. Inoltre, secondo il Nidil Cgil di Taranto, le ripercussioni “potrebbero riguardare anche i lavoratori con contratto non precario, perché la fuoriuscita di questo personale potrebbe causare subito la perdita della commessa Iliad e ridurre di circa il 50 per cento il flusso delle chiamate”.