“Vorrei ricordare che i lavoratori pubblici hanno già compiuto sacrifici con il blocco per tre anni dei contratti. Prima di parlare di nuovi tagli cominciamo a vedere quali risultati hanno prodotto quelli già attuati. Il nostro paese ha un esplicito problema di reddito, ancora più accentuato al Sud. Con strette ulteriori la crisi si avviterà su se stessa”.
Intervistata da Il Mattino, Susanna Camusso (oggi in Campania con Bonanni e Angeletti per la manifestazione unitaria) esprime tutta la sua contrarietà per le voci che girano su quanto il governo dirà domani ai sindacati a Palazzo Chigi sulla spending review. “Di tagli lineari non se ne parla – dice il segretario generale della Cgil –, cosa diversa è incidere su un miliardo e mezzo di consulenze e società costituite dalle amministrazioni spesso per garantire solo posti di potere ad alcuni. Pensare a un'operazione sugli organici della Pa significherebbe infatti immaginare una riduzione dei servizi, senza dimenticare che soprattutto nel Mezzogiorno il pubblico funge anche da ammortizzatore sociale”.

E ancora: “Abbiamo avanzato proposte e sollevato problemi su cui è possibile il confronto – spiega Camusso –, a partire dagli alti stipendi di alcuni che potrebbero essere pagati parzialmente in Bot per finanziare il debito pubblico, così come siamo pronti ad affrontare il problema delle consulenze e di una centrale per l'acquisto dei beni. Si guardi poi al patrimonio pubblico e si tenti di valorizzarlo, siamo pronti inoltre a discutere di come viene formata la pubblica amministrazione anche nel Mezzogiorno”. E sempre a proposito di Mezzogiorno, “La squadra di Monti ha molte più anime di quanto appaia: il ministro Barca finora ha lavorato bene e c'è ovviamente una questione di risorse. Il problema è che questo governo, così come il precedente, non ha un piano per la crescita e l'occupazione, oltre a una vera politica di redistribuzione del reddito”.

E sulle affermazioni di Marchionne, Camusso è chiara: “Vorrei che si ricominciasse dal punto di partenza, gli impegni assunti dalla Fiat: non parlo di quei venti miliardi di Fabbrica -Italia, ma almeno del pieno riassorbimento di tutti gli operai di Pomigliano. Dove è finito quel progetto? Al suo posto ci restano le dichiarazioni di Marchionne che compromettono la dignità nazionale. Spieghi piuttosto come intende uscire da una crisi di mercato che riguarda soprattutto il marchio Fiat perché non mi risulta che i tedeschi o i francesi abbiamo le stesse difficoltà”.