ROMA - Il motivo era quello di presentare la Carta dei diritti universali del lavoro, in occasione della consultazione tra gli iscritti (il seggio interno è stato chiuso oggi pomeriggio alle 16). Ma la presenza di Susanna Camusso all’assemblea dei lavoratori di Fp e Flc Cgil del Policlinico Umberto 1° di Roma, organizzata nell’aula magna dell’ospedale odontoiatrico George Eastman (da gennaio accorpato al policlinico), è stata importante anche per parlare dei tanti problemi della sanità e, più in generale, di tutto l’apparato pubblico. Proprio in un contesto, l’ospedale adiacente all’università la Sapienza, che racchiude in sé tutte le problematiche più evidenti del settore.

FOTO, M.MerliniLo Speciale di Rassegna sulla Carta dei diritti (articoli, foto, video, appuntamenti, podcast)

“Siamo nel posto di lavoro con più tipologie contrattuali e contratti diversi – ha ricordato Eugenio Ghignoni, segretario generale della Flc di Roma e Lazio –, oltre alla presenza di una moltitudine di persone senza copertura, con tutte le forme possibili di precariato, come gli addetti alle cooperative che svolgono servizi in appalto”. Un universo dove operano circa 3.000 persone, tra medici, infermieri, tecnici e personale amministrativo, quasi tutti sotto organico per via di un annoso blocco turn over. “Le ultime assunzioni risalgono al 2001 – precisa Tiziana Germani della Flc locale –, sia per il personale universitario che ospedaliero, e le carenze più gravi riguardano gli infermieri: 400 i posti mancanti, su un totale di 800 unità attualmente in servizio, dei quali 300 appartenenti alla cooperativa Osa”.

Ma un po’ tutti gli ospedali della capitale, e non solo, sono all’emergenza. “La sanità regionale sta vivendo un momento particolarmente complicato – ha detto Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e Lazio –, caratterizzato dall’acuirsi delle crisi sia nel sistema privato che nel pubblico. Occorre procedere a un’opera di riorganizzazione e riqualificazione. Non possiamo restare a guardare, mentre il nostro welfare viene ridotto a brandelli”. Un esempio su tutti, il Servizio sanitario nazionale, che da tempo non garantisce più a tutti i cittadini il diritto alla salute. “Ci sono 9 milioni di persone – ha sottolineato Camusso – che non vi accedono per motivi economici, in quanto non riescono a pagare i ticket sulle prestazioni. Da anni, il Governo ha deciso di non investire più sulla sanità pubblica, perseguendo l’unica logica del taglio della spesa. Ma tutto questo va a discapito della qualità del servizio. Stessa cosa avviene nell’istruzione, nella ricerca, nell’innovazione tecnologica, che, al contrario, dovrebbero essere volano di crescita e sviluppo del Paese”.

Ed è per questo che bisogna voltare pagina, ripartendo dal mondo del lavoro e cominciando a ricostruirne i diritti fondamentali, smantellati dagli anni Novanta ad oggi, e a battersi contro tutte le condizioni di sfruttamento sempre più dilaganti pressochè ovunque. “L’ultima forma d’illegalità si chiama voucher – ha rilevato il segretario generale Cgil –: ne sono già stati distribuiti 100 milioni in pochissimo tempo, e sono il simbolo di una politica di sommersione del lavoro. Cambiare, per noi, significa assicurare al lavoratore autonomo, parasubordinato o precario, che non sono rappresentati in alcun modo, gli stessi diritti di chi sta a tempo indeterminato, così come va creato un orizzonte comune tra lavoratori pubblici e privati. Solo così si costruisce il cambiamento, ed è il motivo per cui abbiamo messo a punto la Carta dei diritti universali del lavoro, ispirandoci più alla Costituzione, che per l’appunto affonda le sue radici proprio nel lavoro, che non allo Statuto, in quanto la legge 300 del 1970 guardava solo a una parte del mondo del lavoro, non a tutti, come ci proponiamo di fare noi oggi”.

“Non sarà un’impresa semplice, la nostra – ha avvertito la leader sindacale –, perché parlare di nuovi orizzonti da raggiungere è molto difficile. Intendiamo rivolgerci a tutti, non solo ai nostri iscritti, creando nel Paese una mobilitazione delle coscienze, per modificare la condizione di milioni di lavoratori, per fermare il degrado che stiamo vivendo e affermare concetti come dignità e libertà, partendo dall’idea che un lavoratore non è una merce, ma una persona che lavora, e come tale va riconosciuto e tutelato nei suoi diritti fondamentali, nella sua professionalità, nel suo sapere”. La consultazione straordinaria degli iscritti si concluderà a marzo, e poi la Cgil perseguirà l’obiettivo di una legge d’iniziativa popolare attraverso una raccolta delle firme.