"Si avvia alla fine la procedura legale per i licenziamenti collettivi di lavoratori italiani innestata dal fallimento della Banca parastatale franco-belga Dexia. In Francia e in Belgio lavoratori ricollocati e indennizzi adeguati, mentre Governo e Istituzioni italiane girano la testa dall’altra parte". È quanto denuncia la Fisac Cgil in una nota pubblicata sul suo portale internet in occasione della manifestazione di ieri, 9 marzo, sotto gli uffici del ministero del Lavoro.
Dexia - si spiega nella nota - mantiene il controllo di Crediop, banca italiana che, nella sua ormai quasi centenaria attività, ha maturato una elevata specializzazione nel finanziamento delle infrastrutture (Autostrade, TAV, Energie alternative, Telecomunicazioni, Ospedali, investimenti degli Enti locali, etc.). Il Gruppo Dexia – sostanzialmente fallito e nazionalizzato dagli Stati di Francia e del Belgio – attualmente ne detiene il 70% del capitale, le restanti quote sono detenute da importanti banche italiane: Banca Popolare dell’Emilia Romagna (10%), Banca Popolare di Milano (10%) e Banco Popolare (10%). Il Crediop, negli ultimi 10 anni prima della crisi, ha finanziato in Italia oltre 45 miliardi di euro di investimenti, dando lavoro e creando sviluppo.
"I Governi di Francia e Belgio, d’intesa con la Commissione Europea - spiega ancora la Fisac Cgil - hanno recentemente deciso di mettere in liquidazione la Banca italiana, avviandola verso il licenziamento dei suoi 177 lavoratori e iniziando il trasferimento oltralpe di capitali, attività finanziarie e lavoro. Il personale e il know how hanno già iniziato ad essere dispersi. Il patrimonio, centinaia di milioni di euro di cui il 30% di proprietà di Banche popolari italiane, sarà bruciato nella liquidazione di un gruppo parastatale franco-belga. Gli asset – 18 miliardi di mutui e bond di Regioni, Province e Comuni italiani – saranno trasferiti all’estero e non potranno essere rinegoziati se necessario, aggravando la rigidità dei bilanci dei nostri Enti territoriali".
"Sono queste, la disoccupazione e la distruzione di capitale italiano, le inevitabili conseguenze delle svendite di Aziende italiane che i Governi di ogni colore, nel tempo, hanno favorito - accusa la Fisac Cgil - 'l'Italia del Fare' di Renzi avrebbe l’opportunità di dimostrare di non aver voltato le spalle al lavoro, allo sviluppo ed agli investimenti ma, nonostante i ripetuti appelli dei sindacati, finora né il MEF né il MISE hanno ritenuto di muovere un dito".
La procedura per i licenziamenti collettivi (L. 223) che Dexia ha attivato per mettere sulla strada una prima parte (pari ad oltre 1/3) dei suoi lavoratori italiani è ora nella sua fase decisiva, quella degli incontri presso il Ministero del Lavoro.
Banche: Dexia Crediop, 177 posti di lavoro a rischio
10 marzo 2015 • 00:00