“L’impressionante sequela di disservizi che da settimane si registrano in Atac dà concretamente la misura della situazione produttiva e operativa in cui versa l’azienda e di una prospettiva sempre più incerta”. È quanto dichiarano Alessandro Rocchi, segretario generale della Filt Cgil, ed Eugenio Stanziale, segretario della Filt di Roma e Lazio.

“Situazione che – precisano i due dirigenti sindacali – da un lato, conferma quanto fossero fondate le preoccupazioni e le denunce del precedente vertice aziendale sui ritardi decisionali del Comune relativi ad alcuni primi interventi di emergenza e che, dall’altro, evidenzia anche la ‘impalpabile insipienza’, con cui il nuovo vertice aziendale sta approcciando alla gestione di Atac. Giorni fa, alcuni organi di stampa hanno riferito di gravi problemi di sicurezza dell’esercizio, che potrebbero riguardare le linee ferroviarie, in particolare i mezzi in servizio sulla Roma-Viterbo. Ormai quotidiani sono i problemi di regolarità delle linee metro, in particolare la A, dove, ad esempio, azienda e amministrazione comunale hanno informato sul disservizio di ieri alla fermata S. Giovanni, sottostimando volutamente la potenziale gravità del fatto, peraltro accaduto su un tratto di linea dove, da tempo, sono note le criticità operative provocate dall’interferenza del cantiere della linea C con l’esercizio della linea A. Evidente è la progressiva paralisi che sta interessando la Termini Laziali – Centocelle, anche in questo caso per la crescente indisponibilità di mezzi a causa di problemi alle ruote”.

“Inoltre – proseguono i due esponenti Cgil –, i famosi 18 milioni necessari per i primi, urgenti, ma comunque assai parziali, interventi su Metro A sono stati effettivamente deliberati dal Consiglio comunale solo nella seduta del 20 settembre scorso (a fronte delle dichiarazioni dell’Assessore competente, che fin dal 12 agosto li dava invece già nella disponibilità di Atac…), peraltro con una modalità di erogazione particolarmente macchinosa e che risulterà sostanzialmente in ‘conto prestito’, da restituire cioè al Comune da parte dell’azienda, la quale pertanto, ne disporrà… a proprio carico”.

“Peraltro – affermano ancora i due sindacalisti –, grave è anche il ritardo accumulato, per responsabilità del Comune, nell’acquisizione in leasing di 150 nuovi bus, i primi dei quali, a questo punto, non saranno quasi certamente in esercizio entro quest’anno, e, quando lo saranno, rappresenteranno una pressoché invisibile ‘goccia nel mare’, nella disastrata condizione in cui, allora ancor peggio di oggi, si troverà l’attuale parco bus. Vengono oggi al pettine, sia nei servizi di superficie che nel metro-ferro, decisioni scellerate adottate negli anni scorsi; assunte in tutta evidenza con inadeguate competenze tecniche; volutamente non modificate nel corso degli ultimi mesi, quando, via via palesandosi il loro possibile esito disastroso, il precedente vertice aziendale ha tentato una decisa ‘correzione di rotta’, riscontrando però gigantesche inerzie interne e ingerenze esterne, che ne hanno impedito la tempestiva attuazione".

"Un‘impalpabile insipienza – osservano ancora Rocchi e Stanziale –, infine, plasticamente testimoniata dalla disposizione organizzativa aziendale di ieri, con cui il nuovo amministratore unico ha varato un primo intervento di riassetto della struttura di vertice di Atac particolarmente ‘originale’ e che non può funzionare, in quanto evidentemente lacunosa nella descrizione di attività e responsabilità in posizioni gestionali fondamentali per qualsiasi azienda, o dalle inquietanti ipotesi che iniziano a circolare nella ricostruzione dell’incidente mortale sul lavoro del 17 settembre, presso la rimessa Acqua Acetosa, in riferimento al quale ribadiamo la richiesta agli organi inquirenti di fare presto luce su dinamica, rispetto delle procedure operative di esercizio e, quindi, delle relative responsabilità”.

“La gravità della situazione richiederebbe decisioni rapide e nella direzione giusta. L’impressione è che, al contrario – concludono i due leader sindacali –, si tenta di ‘nascondere la polvere sotto il tappeto’, e che quel poco che si decide va nella direzione sbagliata, perché mira a restaurare quel sistema di potere interno e di rapporto con la politica, che nel corso degli anni ha prodotto la situazione che oggi vivono quotidianamente con crescente difficoltà la città, gli abitanti e i lavoratori di Atac”.