Non c’è un tema portante nelle prime pagine dei quotidiani di oggi (25 settembre). Il Sole24Ore apre con: “Pensioni, rischio fuga dalla scuola. Nel 2021 potrebbero essere 50mila i docenti e il personale in uscita. Pesa l'effetto congiunto di Quota 100, didattica a distanza e pandemia”. Il Corriere della sera torna sul terremoto che sta scuotendo il Movimento 5 stelle: “Processo nei 5 Stelle, senza capi. All'assemblea sul voto si presenta solo Crimi. Stati generali a ottobre”, La Repubblica punta invece su “Salvini, ora i processi sono due. A pochi giorni dall'udienza di Catania anche i pm di Palermo pronti a chiedere il giudizio per il caso Open Arms”. Il Messaggero apre con: “La Cig ‘negata’ per 500mila. Da maggio senza sussidio 400mila artigiani e oltre 100mila lavoratori del turismo”. La Stampa sceglie “La nuova Irpef già dal 2021. Rivoluzione per il contante”, mentre il Manifesto racconta con “Rossa Ciao” i funerali di Rossana Rossanda a Roma. Il Giornale, infine, lancia un appello alla destra: “Centrodestra, sveglia. Solo un ‘killer’ interno può far cadere Conte. L'opposizione non perda tempo e organizzi un ‘predellino’ come Berlusconi nel 2007”

Interviste
Per le interviste, invece, i giornali puntano ancora forte sulla politica. Il Corriere della sera, con Marco Cremonesi a pagina 9, sente Luca Zaia, governatore del Veneto uscito vincente dalle Regionali: “Alla Lega serve un progetto politico solido”. “Il mio successo in Veneto – si legge - è anche una protesta contro Roma. Basta con una certa politica anacronisticamente distante dal popolo”. La Repubblica intervista invece, a pagina 11 con Giovanna Vitale, il capogruppo dem alla Camera Graziano Delrio ("Finito il tempo dei rinvii soprattutto sui decreti sicurezza. Grillo? Non si scherza sulla Carta") e, pagina 8 con Francesco Bei, il vicesegretario della Lega Giancarlo Giorgetti ("Attenti, il proporzionale sarà un disastro per l'Italia. Ha detto bene Prodi, solo il maggioritario assicura governi stabili”).

La Stampa dà invece voce all’ex primo ministro Enrico Letta. A pagina 5 si legge: “Ora il governo è più stabile. Torniamo al Mattarellum”, mentre Lorenzo Gianelli del Fatto quotidiano concede spazio al costituzionalista Enzo Cheli, che ragiona sulla legge elettorale: “La situazione che si è creata è del tutto nuova nella storia della Repubblica, perché mai era successo di vivere una fase in cui manca del tutto una legge elettorale che sia immediatamente applicabile. Questo accade in violazione di un principio supremo della Costituzione, per la quale in qualsiasi momento il popolo deve avere gli strumenti per esercitare il suo potere”. In prima pagina sul  Foglio appare poi un’intervista di Simone Canettieri al presente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini sul Mes: “Rispetto le opinioni di tutti, ma rinunciare a 36 miliardi di euro di risorse aggiuntive ai 209 miliardi di euro del Recovery fund (merito incredibile di questo governo avere ottenuto questa opportunità cui pochi credevano) a me pare lunare".

Editoriali e commenti
In prima pagina del Sole24Ore si può leggere il fondo di Lorenzo Bini Smaghi intitolato: “Recovery Fund: fondi sprecati se l'Italia non fa le riforme”. “Se si vuole capire perché l'economia italiana è cresciuta poco in questi ultimi venti anni – si legge - basta ripercorrere il dibattito che si è svolto intorno al Recovery Fund. Ottenuti i fondi, l'obiettivo è ora quello di riuscire a spenderli. Non è semplice, in effetti, perché in passato il paese ha mostrato una bassa capacità sia progettuale sia di assorbimento dei flussi finanziari”. Ernesto Galli Della Loggia firma poi l’editoriale del Corriere sulla scuola: “Dovremmo preliminarmente chiederci - si legge - siamo davvero sicuri che in vista di una buona scuola (mi occupo solo di questa, non dell'università) il problema principale, quello da cui ogni altro dipende, sia quello finanziario? Non lo credo”.E ancora; “La crisi dell'istruzione scolastica dipende in larga misura dalla crisi della figura degli insegnanti e del loro ruolo”.

A pagina 15 della Repubblica trova invece spazio l’analisi di Federico Rampini sulla politica americana in vista delle elezioni di novembre: “Sabato Trump annuncia la sua candidata per riempire il seggio rimasto vacante dopo la morte della giudice progressista Ruth Bader Ginsburg. La destra finora ha fatto quadrato attorno a lui ed ha i numeri per portare a casa questa nomina prima del voto. Se lo spoglio delle schede elettorali dal 3 novembre in poi si prolunga oltremodo per i ritardi postali ad arbitrare la contesa potrebbe essere un tribunale costituzionale con sei giudici repubblicani contro tre democratici. Uno scippo è possibile, dunque”. A pagina 3 della Stampa si può inoltre trovare un commento di Stefano Lepri sul Recovery Fund: “Alleggerire l'Irpef sui redditi medi ha senso, difficile che la misura possa essere incisiva. Non è facile formulare obiettivi che diano unità a una coalizione composita, con un Pd che continua a cercare se stesso e un M5s squassato da lotte interne”. “Un temporaneo maggior ruolo dello Stato è inevitabile in tutti i Paesi. Ne hanno bisogno gli obiettivi indicati dall'Europa. Si dovrà discutere sugli strumenti più adatti. Ma da noi si sta parlando d'altro”.

Su Domani, a pagina 10, si può invece leggere un’analisi a firma degli economisti Maurizio Franzini e Michele Raitano dal titolo “Italia, la disuguaglianza è una eredità pesante”. “L'influenza delle origini familiari - scrivono - limita quella che viene chiamata mobilità sociale relativa. Questo problema è diverso da quello a cui più spesso si fa riferimento, anche sui media, usando la metafora dell'ascensore sociale bloccato. In quel caso ci si riferisce al fatto che i figli hanno redditi inferiori a quelli di cui godevano i rispettivi genitori quando avevano la loro stessa età. In questo caso viene invece limitata la cosiddetta mobilità sociale assoluta. In Italia oggi abbiamo entrambi i problemi.” Sul Sole24Ore a pagina 25, infine, Enrico De Mita scrive “Fisco, le lezioni della storia per gli aspiranti riformatori”. Il Governo - si legge - è intenzionato a riportare al centro della propria azione il tema della riforma fiscale”. “La storia dei tributi in Italia è soprattutto il succedersi di questioni, a volte politiche, a volte giuridiche, che non hanno ancora dato vita a un sistema”.

Lavoro, sindacato, welfare
A pagina 3 del Sole24Ore si parla di pensioni della scuola. Davide Colombo e Claudio Tucci scrivono: “II complicato avvio dell'anno scolastico e le prospettive incerte dei prossimi mesi, con il possibile ritorno a un utilizzo diffuso della didattica a distanza in caso di quarantene, o peggio ancora di una seconda ondata di contagi da coronavirus, potrebbe accentuare la propensione al pensionamento di insegnanti e personale tecnico-amministrativo (Ata). Il momento della verità è tra soli quattro mesi, quando il personale di questo comparto deve fare la domanda di pensionamento secondo le regole legate al calendario della scuola”. Sullo stesso quotidiano, a pagina 31, invece Giampiero Falasca si occupa del “contratto di rete di solidarietà”, “un accordo plurilaterale caratterizzato da uno scopo comune, mediante il quale più imprenditori conseguono un obiettivo congiunto”. “La peculiarità del nuovo strumento - si legge - sta nel fatto che lo scopo comune ha carattere solidaristico: la tutela dei livelli occupazionali, per chi è in organico, e l'inserimento o reinserimento lavorativo per i soggetti che non sono ancora dipendenti delle imprese della rete”.

Sul Corsera, a pagina 45, si parla invece di cassa integrazione: “Le imprese stanno usando meno della metà della cassa integrazione richiesta, per cui si può già prevedere che si risparmieranno diversi miliardi (almeno 5, secondo le prime stime dei tecnici) rispetto ai 30 stanziati”. Stesso argomento, ma da un punto di vista nettamente diverso a pagina 4 del Messaggero. Francesco Bisozzi scrive: “Oltre mezzo milione di lavoratori da mesi non ricevono i soldi della cassa integrazione. Più di 150 mila aspettano dall'Inps il versamento di una o più integrazioni salariali per Covid-19. Ma poi ci sono circa 400 mila dipendenti delle aziende artigiane, che prendono però i soldi della cassa integrazione dal Fondo di solidarietà bilaterale alternativo dell'artigianato, all'asciutto da maggio”. Sempre sul Messaggero, Mario Ajello a pagina 7 dà invece conto di un passaggio del discorso del presidente Mattarella a Sassari a proposito del Sud: “La sua insistenza continua e ribadita ieri sul Sud si può leggere anche come una sorta di sollecitazione o come una moral suasion del Colle verso il potere governativo che in questa fase deve decidere come usare i soldi del Recovery Fund. E non può che usarli con una particolare attenzione allo sviluppo meridionale, alle spinta che questa parte del Paese deve darsi e deve essere sostenuto a darsi per riequilibrare le diseguaglianze, per non restare penalizzato”.

Mimmo Muolo di Avvenire, a pagina 10, dà poi notizia del Consiglio permanente della Cei, durante il quale il segrertario Stefano Russo ha avanzato alla politica la richiesta di “maggiore attenzione al bene comune”, che i cittadini italiani “anche attraverso la recente tornata elettorale hanno rivolto alla politica”. E sempre sul Sole 24Ore, a pagina 6, su parla di Mes. “Il segretario Pd Nicola Zingaretti e i ministri dem speravano che una volta passata la delicata tornata elettorale del 20 e 21 settembre si potesse passare a prendere una serie di decisioni lasciate in sospeso, a partire dall'attivazione del Fondo salva Stato per ottenere i 37 miliardi di euro necessari per rinforzare e modernizzare il nostro servizio sanitario nazionale – scrive Emilia Patta -. Ma l'ostilità contro il Mes della parte meno governista del M5s resta intatta. E di conseguenza resta intatto nonostante il pressing dem l'indecisionismo del premier”. Spazio infine all’incontro coi sindacati al ministero del Lavoro sullo smart working. Sul Sole, se ne parla a pagina 3 (“Nel nuovo smart working più spazio alla contrattazione”, di Giorgio Pogliotti), sul Corriere a pagina 45 (“Per due aziende su tre sì allo smart working dopo l'emergenza”, di Enrico Marro).

Da leggere infine su Collettiva, la storia di un lavoratore intreppolato nello staff leasing, e il resoconto del deludente decreto che stabilisce i finanziamenti ordinari per le università per il prossimo anno accademico, oltre alla lettera che Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, insieme a Confindustria, hanno scritto per sottolineare la crisi della moda
Agenda
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.