Incontro oggi (lunedì 13 gennaio) a Roma per risolvere la situazione dei 38 lavoratori di RetItalia, società che si occupa di servizi informatici (come pianificazione, sviluppo e gestione di servizi, sistemi e applicazioni Ict), manutenzione e presidio delle facility informatiche dell’Istituto per il commercio estero (di proprietà del ministero dello Sviluppo economico). RetItalia è stata fino al 2014 società in house dell’Istituto, per poi essere venduta a Gepin, nonostante quest’ultima fosse già in una crisi economica irreversibile. A febbraio 2015 i vertici aziendali della Gepin sono stati arrestati e messi sotto processo per bancarotta fraudolenta. Subito dopo tali vicende giudiziarie, RetItalia è stata acquisita dalla società Corvallis di Padova.

L’attuale commessa di RetItalia con Ice è scaduta il 15 luglio 2019 ed è stata prorogata fino al 14 gennaio prossimo. Le attività sono state assegnate con un nuovo contratto pluriennale, tramite Consip, a un gruppo composto da Leonardo, Sistemi informativi e Fastweb. Il 23 ottobre scorso RetItalia ha aperto la procedura di licenziamento collettivo per tutti i dipendenti. “Il 18 dicembre – spiega la Fiom Cgil – si è tenuto un incontro con le organizzazioni sindacali presso la sede di Unindustria, durante il quale il gruppo ha riferito che le attività commissionate da Ice, all'interno del contratto esecutivo stipulato con loro, si limitano alla sola cyber security del parco informatico dell’Istituto, attività che non ha alcuna corrispondenza con i servizi, la gestione e gli sviluppi necessari a Ice garantiti negli anni dai lavoratori di RetItalia”.

Un secondo incontro si è tenuto giovedì 9 gennaio a Roma, presso l’assessorato al Lavoro della Regione Lazio, fra le Rsu di RetItalia, i sindacati e le aziende del gruppo subentrante a RetItalia, “ma in assenza – prosegue la Fiom – di rappresentanti di Ice e ministero dello Sviluppo economico, che continuano a negare la propria disponibilità, nonostante le nostre reiterate richieste d’apertura di un tavolo di confronto”.

Nel corso dell’incontro è stata riproposta da parte delle aziende del gruppo subentrante, come unica soluzione al problema occupazionale, la “ricollocazione di un parziale numero di lavoratrici e lavoratori di RetItalia in agenzie di somministrazione lavoro in modalità staff leasing e tempo determinato”. Rsu e sindacati hanno ribadito “la loro contrarietà a una soluzione parziale e precaria”. Arriviamo dunque all'incontro di oggi, ultima data utile per definire un accordo: “Ci aspettiamo che RetItalia accolga la nostra richiesta di utilizzare strumenti e ammortizzatori sociali alternativi al licenziamento e necessari per lasciare ulteriore spazio e tempo all'individuazione di nuove e più dignitose opportunità di lavoro per i dipendenti”.

La Fiom Cgil, infine, chiede “ancora una volta l’intervento del ministero dello Sviluppo economico, non solo quale soggetto istituzionale terzo, ma in quanto responsabile attraverso Ice delle decisioni che stanno portando al possibile licenziamento di 38 lavoratrici e lavoratori, nell'individuare insieme a tutte le società coinvolte nella vicenda soluzioni che garantiscano l’occupazione e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori di RetItalia, che da trent'anni lavorano con competenza e professionalità per la progettazione, l’implementazione e il funzionamento dei sistemi informatici di Ice”.