Sunia, Sicet e Uniat hanno scritto al Presidente della Regione, agli assessori e ai capigruppo dei partiti all’Ars per chiedere “il rilancio dell’edilizia abitativa pubblica attraverso un’attenta e intelligente riforma che non si limiti a disegnare l’architettura degli enti ma guardi al buon vivere dell’utenza e alla salvaguardia del patrimonio”. Al governo regionale i sindacati degli inquilini sollecitano “un confronto sul tema del diritto alla casa per i ceti sociali meno abbienti e in difficoltà e sulla qualità del vivere e dell’abitare nei quartieri di edilizia residenziale pubblica”.

Nell’idea di riforma dei sindacati, c’è la costituzione di un osservatorio regionale sulla condizione abitativa; il finanziamento certo e continuo del settore e il suo rilancio con il definitivo superamento dei piani di svendita; l’elaborazione di un programma annuale di riqualificazione del patrimonio; la riunificazione di tutto il patrimonio pubblico in un territorio in capo a un unico ente; la rivisitazione delle norme e dei regolamenti su canoni, morosità incolpevole, mobilità, accesso, auto riqualificazione, autogestione, permanenza, decadenza, l’accorpamento degli attuali 10 enti in base a un numero prefissato di allogi gestiti e altro.

“Mentre è in corso il dibattito nazionale sulle sorti dell’edilizia residenziale pubblica - scrivono Sunia, Uniat e Sicet - è opportuno cogliere anche in Sicilia la sua attualità e la natura di bene comune. Una riforma del sistema- aggiungono- in Sicilia non è mai stata varata. Chiediamo l’apertura immediata di un confronto in merito”. In questo contesto, a parere dei sindacati,“una sanatoria come quella varata dall’Ars acuisce le disfunzioni del sistema”.