Continua la road map per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Dopo l’incontro “tecnico” di ieri tra gli uffici sindacali di Fim, Fiom, Uilm e Federmeccanica-Assistal, oggi, giovedì 27 ottobre, è la volta del tavolo “ristretto” tra le segreterie nazionali dei sindacati e degli industriali. Già pronto anche il calendario dei prossimi appuntamenti, fissati per il 3, 8, 10 e 11 novembre (sempre a delegazioni ristrette), mentre la Fiom ha convocato il proprio Comitato centrale per martedì 2 novembre, per una valutazione sulla trattativa.

Positivi passi avanti sono stati fatti sui temi della previdenza complementare (con la contribuzione delle aziende a favore dei lavoratori iscritti al Fondo Cometa che dal 1 gennaio prossimo passerà dall’1,2 al 2 per cento), dell’assistenza sanitaria integrativa (prevedendo l’iscrizione al Fondo Metasalute dal 1 gennaio prossimo anche dei lavoratori con contratto part-time, apprendistato e tempo determinato di almeno sei mesi, e la contribuzione di 156 euro a carico dell’azienda), dei congedi parentali, delle ferie per i lavoratori migranti e dei permessi della legge 104.

Rimangono invece ancora distanti le posizioni sugli aspetti delicati del salario e del rapporto tra contratto nazionale e contrattazione aziendale, ma anche dell’inquadramento professionale e della contrattazione decentrata. Riguardo il primo punto, occorre segnalare l'ultimo rilancio di Federmeccanica che, accantonato il salario minimo di garanzia, ha proposto un recupero ex post dell’inflazione con quote a scalare (zero nel 2016, 100 per cento nel 2017, 75 per cento nel 2018 e 50 per cento nel 2019).

C'è la volontà di fare il contratto, ma per farlo serve che Federmeccanica cambi la propria posizione sul salario” ha commentato il segretario generale della Fiom Cgil Maurizio Landini: “La proposta che ha avanzato Federmeccanica è sicuramente nuova, ma non è sufficiente per poter arrivare a un accordo”. Landini ha valutato positivamente il nuovo calendario di incontri, perché “significa che c’è una volontà di andare a verificare la possibilità di una soluzione”. Riguardo il rapporto tra contratto nazionale e contrattazione aziendale, Landini ha infine ribadito la “necessità che Federmeccanica cambi posizione perché la trattativa possa avere un esito positivo”.