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Croce Rossa, lavoratori finiscono nei tribunali

Croce Rossa, stipendi non pagati e presidio
Foto: bibendum84, da flickr
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È caos mobilità, secondo la Fp Cgil, che parla di esiti "a dir poco confusionari e superficiali" nel processo di ricollocazione del personale proveniente dalla Cri. “Serve una gestione coerente per salvaguardare le professionalità"

“Dall’apertura del processo di mobilità del personale proveniente dalla Croce Rossa Italiana verso le altre amministrazioni, ‘programmato’ dalla ministra Marianna Madia, i primi esiti sono a dir poco confusionari e superficiali – fa sapere in un comunicato la Fp Cgil nazionale –. Nella ricollocazione delle lavoratrici e dei lavoratori non si è tenuto conto in modo alcuno alla salvaguardia delle loro competenze, come la nostra organizzazione aveva già più volte ribadito al tavolo con il ministero della Funzione pubblica”.

"Si è avviato un meccanismo automatico per le lavoratrici e i lavoratori della Croce Rossa italiana, iscritti al ‘Portale mobilità’, secondo cui la ricollocazione presso nuove posizioni idonee alle proprie professionalità non segue criteri di semplicità e coerenza. Ci troviamo di fronte, dunque, a fenomeni dove il personale è stato assegnato al ministero di Giustizia e ai tribunali per coadiuvare il lavoro dei magistrati, invece che essere inserito nel Sistema sanitario nazionale, come sarebbe stato più giusto, utile e naturale”, continua il sindacato.

“Auspichiamo, dunque, che la seconda fase della mobilità per le lavoratrici e i lavoratori della Croce Rossa venga gestita con maggiore attenzione, dando voce alle organizzazioni sindacali e alle loro proposte. Chiediamo che siano veramente valorizzate e salvaguardate le professionalità del personale e garantiti servizi pubblici di qualità a tutti i cittadini, sui quali inevitabilmente ricadono tutte le scelte ‘scellerate’ che il governo sta portando avanti in tutti i settori della pubblica amministrazione”, conclude la nota della categoria Cgil dei servizi pubblici.