Ha dedicato la sua elezione al papà, “il primo operaio metalmeccanico incontrato nella mia vita”, Valentina Fragassi che da oggi, 4 luglio, è il nuovo segretario generale della Cgil della provincia di Lecce ed è anche la prima donna a ricoprire questo ruolo nella storia della Cgil provinciale. Quarant'anni ma con già quasi vent’anni di esperienza nella Cgil: “Ho cominciato a 21 a lavorare in distacco sindacale nella Filcams”, ha raccontato nella sua relazione. Segretaria confederale della Cgil Lecce dal 2015, è stata per otto anni segretaria generale della Filcams Cgil Lecce. A livello nazionale, è tra i più giovani quadri dirigenti della sua categoria. 

Oggi 4 luglio l’assemblea generale provinciale della Cgil, formata da dirigenti, ma anche da lavoratori delegati e pensionati, le ha consegnato il mandato più importante nell’organizzazione confederale. A passarle il testimone è Salvatore Arnesano che per circa otto anni è stato alla guida della Confederazione provinciale e che andrà a ricoprire un incarico regionale nella Cgil presso la camera del Lavoro a Bari.

Valentina Fragassi è intervenuta davanti all’assemblea con una lunga e dettagliata dichiarazione programmatica, passando dalle questioni internazionali all’impegno nell’attuazione di nuovo e inclusivo modello contrattuale, fino all’impegno contro lo sfruttamento, il caporalato e il sistema degli appalti truccati.

Un lungo passaggio poi sui giovani del territorio: “Quali opportunità riserva questo territorio per i giovani che non vogliono andare via dalla loro terra ma credono in un rilancio del Sud? – ha detto Fragassi –. La nascita dei nuovi lavori, la tecnologia sempre più avanzata, la specializzazione lavorativa, il recupero da parte dei ragazzi del settore dell’agricoltura, il rispetto della terra e dell’ambiente. Tutte tematiche a noi care in una terra che brilla di bellezza monumentale, di un mare cristallino, di tradizioni che richiamano al crocevia di diversi popoli".

"Non mi appassiona però un’idea di sviluppo legata esclusivamente all’investimento solo in alcuni settori che trainano il territorio, non mi appassionano le mode del momento – ha aggiunto –. A cosa serve per esempio parlare della cultura e del turismo nel Salento come volano dell’economia se poi non vi sono trasporti ed infrastrutture a sostenere le potenzialità del settore? Se non riusciamo ad attivare un nuovo modello sullo smaltimento dei rifiuti. Se non troviamo una compatibilità tra sviluppo e rispetto dell’ambiente. Dobbiamo concepire uno sviluppo delle nostre vocazioni territoriali in termini industriali, che abbia la capacità di pianificazione e manageriale, supportato da innovazione e ricerca ed eco compatibilità. Capace di tener dentro tutti i settori produttivi, superando gli egoismi di pochi che non permettono a questa provincia di avere una visione di insieme”.