È ripartito il confronto tra Federmeccanica e sindacati per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici, dopo lo sciopero del 20 aprile scorso. Nell'incontro del 6 maggio, il 16esimo dall'inizio della trattativa, è stata fissata l'agenda dei prossimi appuntamenti: si prosegue con una serie di tavoli tecnici fissati il 10, 11, 16 e 17 maggio (su welfare, formazione, sistema appalti, inquadramento), poi un nuovo appuntamento "in ristretta" sulla parte salariale, che dovrebbe tenersi il 18 o il 19 maggio. Lo riferiscono le agenzie di stampa.

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FOTO | Fabbriche vuote

A quanto si apprende, la delegazione delle imprese ha ribadito la proposta del salario di garanzia, presentata lo scorso 22 dicembre, dando la disponibilità a costruire una gradualità temporale dentro la durata triennale del contratto, ovvero entro il 2018.

"Federmeccanica non ha fatto alcuna apertura, ha confermato lo stesso obiettivo ma in tre anni". Così il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, a margine del tavolo. "Noi pensiamo che i due livelli contrattuali debbano rimanere tali - spiega - e che il contratto nazionale debba dare aumenti salariali a tutti. Abbiamo definito un calendario di incontri: se a fine di questo percorso non si troverà una mediazione accettabile, dovremo valutare quali iniziative mettere in campo".

Per il segretario della Uil, Rocco Palombella, "Federmeccanica ha introdotto oggi un solo elemento, quello del differimento. La proposta è inalterata ma c'è la disponibilità a raggiungere l'obiettivo entro il triennio". Il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli, ha spiegato: "Dopo un mese e mezzo dallo stop del negoziato e dopo 4 ore di sciopero nazionale, Federmeccanica ha ribadito lo schema del salario di garanzia che esclude il 95% dei lavoratori metalmeccanici".

Il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, ha confermato che - secondo le aziende - l'adeguamento deve avvenire solo per i salari minimi di garanzia e che gli aumenti possono essere distribuiti solo nel secondo livello: "Nella proposta di dicembre pensavamo di implementare subito il nuovo modello, oggi abbiamo detto che si possono fare dei passi per giungere all'obiettivo nell'arco dei tre anni della vigenza contrattuale".