Domenica 3 aprile 2016 a Milano, nell’ambito della seconda edizione di Book Pride, sarà fissato un momento di svolta nell'editoria italiana indipendente: Odei (Osservatorio degli editori indipendenti), Slc Cgil (Sindacato lavoratori della comunicazione della Cgil) e Strade (Sindacato traduttori editoriali) firmeranno il protocollo d'intesa “Le buone pratiche per un'editoria sana”, impegnandosi reciprocamente a rispettare le linee guida concordate per un rapporto giusto fra editori e traduttori. E' quanto si apprende da una nota. Intervengono Lorenzo Flabbi, editore e socio Odei; Francesco Sole, Slc Cgil; Elisa Comito, Strade - Sindacato traduttori editoriali.

L'accordo, frutto di un lungo confronto aperto tra editori indipendenti e traduttori organizzati, si pone come base di una prassi professionale etica e sostenibile - attraverso cinque punti fermi a garanzia di un contratto legale, trasparente ed equo per entrambe le parti - e come esempio per tutti i rapporti del lavoro editoriale; nell'intento di costruire insieme un sistema editoriale più solido e pluralistico, e con l'obiettivo di offrire sempre ai lettori il miglior libro possibile.

Per Odei, che considera il rispetto del lavoro dei traduttori un requisito imprescindibile per garantire un’editoria indipendente di qualità, “le linee guida costituiscono cinque punti indispensabili per operare in un contesto editoriale sano, e quindi capace di valorizzare tutti gli attori che contribuiscono alla creazione dei libri e alla diffusione del sapere e della cultura.”

Per Slc, “questo innovativo protocollo d'intesa è un chiaro esempio di contrattazione inclusiva, di come il sindacato possa rappresentare e contrattare per i  lavoratori non subordinati. Ci auguriamo che questo sia soltanto un primo passo verso un più ampio riconoscimento del valore del lavoro e dei diritti dei professionisti del settore.”

Per Strade, l'accordo “è un riconoscimento chiaro e tangibile del valore della professione di traduttore e dell'idea che a qualità del lavoro corrisponde qualità del prodotto. Se, come traduttori, potremo dare per acquisito il rispetto dei diritti e dei patti, come professionisti del libro potremo anche concentrare talento ed energia solo sull'obiettivo che più ci sta a cuore: bei libri, fatti bene”.