"Il paradosso è che i dati sono nostri e che non avevamo nessun motivo per nasconderli. Il problema è che, nonostante le spiegazioni, qualcuno ne ha voluto fare un uso distorto e scorretto". Così il segretario confederale della Cgil, Nino Baseotto, torna sulla questione del tesseramento in un'intervista all'Unità di oggi (20 agosto).

"Si tratta - spiega il segretario - di un report che facciamo da qualche anno per non accontentarci dei soli numeri. Un sistema informatico nazionale che ci è costato anche parecchi soldi in cui, raccogliendo i dati dalle noste 115 Camere del Lavoro, gli iscritti vengono catalogati e certificati: ognuno con il suo codice fiscale. I dati sono di metà giugno - dunque - e indicano un calo complessivo rispetto allo stesso periodo del 2014 del 2,17 per cento. A chi ha reso pubblico quel documento interno è stato spiegato con dovizia di particolari. Ma ha fatto finta di non sentire".

Baseotto spiega il documento nel dettaglio: "Quel report, letto con correttezza e obiettività, dice semplicemente che a metà anno la Cgil ha l'87 per cento degli iscritti del 2014. E non è detto che a fine anno non raggiungeremo il dato dello scorso anno".

I dati pubblicati sulla Filcams, invece, "sono semplicemente falsi". "Si tratta della federazione che negli ultimi anni ha costantemente aumentato gli iscritti. Il calo reale è del 3 per cento e può dipendere in larga parte da lavoratori che hanno cambiato contratto o che non hanno ancora potuto fare la delega. La vulgata vuole che voi stiate mettendo le mani avanti: sta per arrivare la certificazione degli iscritti da parte dell'Inps e dovete iniziare a far calare il numero gonfiato di tessere. Gonfiare i dati delle tessere non avrebbe senso: la verità alla fine viene sempre a galla. Ed è vero invece che noí abbiamo messo in piedi questo sistema statistico proprio per evitare che, come accadeva in passato, ci fossero tessere doppie per le stesse persone".

Una battuta poi sulla certificazione degli iscritti, che sarà compito dell'Inps. "Credo che sarei ottimista se dicessi entro fine anno. Purtroppo i ritardi non dipendono da noi: in molti casi sono le imprese a non consegnare all'Inps i modelli sulle deleghe dei lavoratori". Sulla Cgil, infince, "è dalla campagna congressuale dell'anno scorso che discutiamo e operiamo per rendere più trasparente e partecipata la Cgil. Per questo fa male vedere utilizzati in maniera scorretta i nostri stessi dati", conclude Baseotto.