Il turismo in generale, ma in maniera particolare nel nostro territorio, sta vivendo una fase di ridefinizione dei propri tempi e metodi di lavoro in relazione allo sviluppo, al protrarsi della crisi e alle sue conseguenze sulle abitudini dei turisti. Periodi sempre più brevi di presenze anche nell’ambito della stagione estiva stanno portando l’impresa turistica a orientare sempre più la proposta di assunzione con contratti di lavoro precario.

La Naspi, il dilagare di forme di occupazione irregolare e l’accorciamento della stagione sono fattori che determinano di fatto l’impossibilità per gli occupati nel turismo stagionale di avere un reddito che possa coprire tutto l’anno. Per contro, le imprese possono fare leva - per garantirsi con la stagione un reddito d’impresa “annuale” - su fattori che gravano sui lavoratori. Tra quelli che incidono nella conseguente illegalità possiamo considerare gli ampli nastri orari estivi nelle strutture ricettive o pubblici esercizi, dall’alba alla notte: il sistema per coprire turni di 13 o 14 ore - senza giorno di riposo - è spesso quello di sovraccaricare su un singolo lavoratore.

Dati alla mano è facilmente dimostrabile che se simili turnazioni fossero retribuite con le regole e tariffe del ccnl, verrebbe meno la convenienza per le imprese di usare la prestazione di un solo lavoratore invece di due. Solo nel 2014 la Filcams di Rimini attraverso l’apposito ufficio ha patrocinato circa 300 vertenze individuali nelle quali, al di là dei casi di licenziamento, il tema ricorrente è sempre il solito: turni massacranti e mancati giorni di riposo.

Un altro fenomeno che si sta diffondendo, con l’effetto distorsivo di abbassare i livelli retributivi e normativi, è quello del cottimo. In questi casi l’impresa appaltatrice concorda con la struttura ricettiva un costo “a camera” o “a piatto”. La retribuzione del lavoratore appare poi formalmente normale, ma in realtà il numero di ore retribuite è determinato dal totale di camere pulite (o piatti cucinati) moltiplicate per una cifra, che si riscontra in più casi 1 o 2 euro. Questo fenomeno è illegale e lesivo del sistema, slegato dal principio cardine del lavoro subordinato secondo il quale si viene retribuiti secondo il tempo messo a disposizione.

Si è peraltro evidenziata una prosecuzione dei cambi di gestione delle strutture alberghiere, fenomeno nato a metà anni '90 nella nostra riviera. Non sarebbe di per sé preoccupante, salvo il fatto che sempre più spesso l’imprenditoria turistica diventa un “mordi e fuggi”. Secondo quanto dichiarato dalla Prefettura di Rimini nell’agosto 2013, almeno 10 hotel tra quelli monitorati sarebbero in odore di camorra. Nel maggio 2014 lo stesso prefetto dichiarava era salito a dodici il numero di alberghi comprati da camorra e ’ndrangheta.

L’atavica attitudine nel nostro territorio a trasgredire le regole nei rapporti di lavoro stagionali trova in “Diritti alla Stagione” la campagna che dal 2014 Filcams e Cgil Emilia Romagna portano avanti sulla costa, dai lidi ferraresi a Cattolica. La campagna si struttura attraverso presidi mobili sulla costa o di fronte alle strutture ricettive, con un camper Cgil nel quale i lavoratori possono trovare informazioni, rilasciare denunce, avere immediata assistenza in caso di violazioni contrattuali.

Dal 2015 è stata inoltre attivata in ognuna delle province costiere una casella di posta elettronica dilloallafilcamscgil.rimini@gmail.com (o Cesena, Ravenna, Ferrara) alla quale i lavoratori posso inviare anche anonimamente denunce, segnalazioni o porre quesiti. A Rimini parte di queste storie vengono poi riportate, con nomi di fantasia, sulla pagina facebook “dilloallafilcams”.

Tra gli scopi della campagna vi è quello di trasformare l'enorme mole di vertenze individuali in una grande vertenza collettiva, per chiedere rispetto dei diritti e dire “no” al sistema turistico basato sullo sfruttamento del lavoro. #dilloallafilcams è perciò anche un hashtag per ribadire che gli abusi non devono essere tollerati, vanno sempre e comunque denunciati, anche quando fanno parte di un sistema. Bisogna dirlo. Ogni denuncia che riceviamo e che pubblichiamo è utile al successivo lavoratore che decide di denunciare. Con “Diritti alla Stagione” vogliamo portare le vertenze per le strade e davanti i luoghi di lavoro: siamo dove sono i lavoratori del turismo.

* Filcams Cgil Rimini