In Emilia Romagna il terremoto continua a produrre i suoi effetti devastanti, soprattutto sui lavoratori. E' la Cgil regionale a segnalare situazioni in cui le buste paga per alcuni lavoratori impiegati nelle imprese sui territori colpiti dal sisma sono ridotte alla “vergognosa cifra di 300 euro”. E questo, denuncia il sindacato, per l'incapacità del Governo di “individuare soluzioni adeguate” ai bisogni dei lavoratori residenti nell'area danneggiata dal terremoto.

"Lo scorso sei dicembre - spiega Antonio Mattioli, responsabile regionale politiche contrattuali - le circolari dell'Agenzia delle Entrate, dell'Inps, dell'Inail hanno stabilito che le trattenute fiscali e i contributi previdenziali siano sospesi ulteriormente da dicembre 2012 a giugno 2013 per i lavoratori danneggiati. Pensavamo che il problema fosse risolto anche per quei lavoratori che hanno terminato il periodo di sospensione contributiva a novembre e che devono restituire il dovuto in forma rateale, non avendo avuto danni".

"In realtà - continua il rappresentante della Cgil - per ragioni legate alla libera interpretazione delle circolari e la mancanza di condizioni vincolanti per i soggetti che dovevano applicarle, si sono prodotte azioni irresponsabili che in diversi casi hanno comportato la riduzione della busta paga dei lavoratori fino alla vergogna di retribuzioni ridotte a 300 euro. Addirittura, ci è stato segnalato il caso di un'agenzia interinale, che ha comunicato al lavoratore che doveva arrangiarsi a pagare direttamente, con la modulistica che spetta alle imprese, versando in unica soluzione 1.200 euro".

“E' evidente che in questi mesi l'azione del Governo ha impedito di individuare soluzioni adeguate ai bisogni dei lavoratori residenti nell'area del sisma – afferma ancora Mattioli - ma l'aver costruito comunque i presupposti insieme al tavolo regionale per far 'respirare' quei lavoratori lo consideravamo un risultato acquisito. Ora, a fronte di quello che è successo a chi per sei mesi ha visto sospeso il pagamento dei contributi ed in poche ore se li è visti trattenuti in un unica soluzione - sottolinea il sindacalista - è necessario ripristinare immediatamente giuste retribuzioni a partire dalla 13esima mensilità, rimettendo in busta paga quanto trattenuto, prevedendo - conclude il segretario Cgil - una dilazione che comunque non potrà essere superiore al quinto dello stipendio, come previsto dalla normative vigente”.