“L’adesione elevatissima allo sciopero proclamato per l’intera giornata di oggi e la partecipazione oltre ogni aspettativa alla manifestazione nazionale svoltasi oggi a Roma mandano un segnale decisamente chiara ai vertici di Asstel: il rinnovo del contratto si farà solo se vi saranno contenute le clausole sociali a tutela dell’occupazione così come richiesto dalla delegazione trattante.” Così una nota della segreteria nazionale Slc Cgil.

“Il senso di responsabilità dei lavoratori che vogliono affrontare la crisi scommettendo sul futuro del Paese anche grazie a regole che disciplinino le esternalizzazioni e i cambi di appalto garantendo la continuità occupazionale al personale già impiegato nelle medesime attività, è la risposta più matura data alle imprese che si nascondono dietro la libertà d’impresa.

Dopo importanti aperture a livello aziendale, dopo la presa di posizione della Commissione di Garanzia a favore dell’inserimento della clausola sociale, il risultato di oggi obbliga le controparti datoriali a cambiare strategia e introdurre le soluzioni chieste al tavolo negoziale."

“Ci aspettiamo sin dai prossimi giorni una ripresa del confronto: se questo non dovesse avvenire le aziende devono sapere che trasferiremo la lotta dentro ogni vertenza aziendale sino a che non otterremo il risultato ambito. Questo contratto si rinnoverà solo a queste condizioni e le aziende del settore devono farsene una ragione. Non si può affrontare la crisi scaricando i lavoratori che hanno consentito il successo delle stesse aziende, soprattutto perché non siamo in assenza di lavoro ma di scelte che spostano le attività solo per usufruire di contributi pubblici e abbattere il costo del lavoro a scapito di migliaia di giovani. E’ una battaglia di civiltà per inserire una regola già presente in tutti i Paesi occidentali che si confrontano con il mercato (il caso della TUBE anglosassone): non si capisce perché in Italia non si possa dare analoghe garanzie.”

“Parallelamente le forze politiche e il Governo devono farsi carico del fatto che il sistema degli incentivi alle imprese è responsabile, in parte, dello stato di perenne precarietà vissuto dalle attività gestite in appalto: sarà necessario intervenire al fine di premiare quelle aziende che, attraverso la fidelizzazione dei propri dipendenti, puntano sulla qualità e sull’efficienza del servizio e non solo sulla compressione dei salari dei lavoratori – conclude la nota. Anacronistico, da parte delle imprese del settore, difendere posizioni di privilegio che attraverso le tasse dei cittadini consentono di abbattere il costo del lavoro attraverso la precarietà di migliaia di giovani.”