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Praticamente tutti i quotidiani, seppure con scelte diverse a proposito delle aperture (Il Corriere apre con il titolo “Scuola, le regole del rientro”, Repubblica: “In Afghanistan cade l’ultima resistenza”, La Stampa: “Vaccini, via libera alla terza dose”, Il Messaggero: “Lavoro agile, le nuove regole. La terza dose da settembre”, il manifesto: “Talebanistan”, il Fatto Quotidiano: “2 medici No Vax su 3 sono ancora a lavoro”..) danno notizia dei tre appuntamenti importanti di ieri: l’incontro tra Confindustria e sindacati, quello con Confapi, le piccole e medie aziende e l’incontro a Palazzo Chigi tra il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini e il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Ecco una veloce rassegna con le principali novità emerse dagli incontri. Intanto il ministro della Salute, Roberto Speranza, dà il via libera alla terza dose dei vaccini. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, interviene anche al G20 salute. Il G20 vara un patto per vaccinare il 40% della popolazione mondiale entro l'anno. Fa discutere l'appello di un gruppo di docenti universitari contro il Green Pass.
Da Collettiva
La notizia era in apertura del sito da ieri sera. Dopo un’estate di polemiche e botte e risposte sui giornali, sindacati e industriali tornano a vedersi intorno ad un tavolo per decidere come affrontare questa fase delicata della pandemia. Tema centrale nel colloquio tra il presidente di Confindustria Bonomi e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Landini, Sbarra e Bombardieri, il green pass ma soprattutto i tamponi che sia le imprese che i sindacati non intendono far pagare né alle aziende né ai lavoratori. E in attesa della decisione del governo nella prossima cabina di regia, chiedono insieme all'esecutivo una parola chiara sui costi.
Bonomi: lo Stato paghi i tamponi
"Sappiamo che giovedì c'è una cabina di regia del governo – sottolinea il leader di Confindustria Carlo Bonomi - e laddove si dovesse decidere, come noi auspichiamo, l'obbligo gratuito del green pass all'interno dei luoghi di lavoro e se le parti sociali trovassero un accordo su questo, io credo che ci possa essere da parte del governo un riconoscimento di questo passaggio, di questo possibile accordo tra noi e sindacati facendo a quel punto un'operazione di utilità sociale e quindi facendosi carico del corso di tamponi”.
Landini: ci vuole una legge
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, continua a sollecitare l’esecutivo: “Se le parti sociali dovesse arrivare ad una richiesta condivisa di intervenire rendendo obbligatorio il vaccino credo che questo sarebbe un punto importante di cui le forze politiche di governo dovrebbero tener conto”.
Landini parla al G20 salute
Sul sito di Collettiva il discorso che il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha pronunciato ieri intervenendo al G20 salute promosso a Roma dal ministro Roberto Speranza. Tra i vari punti Landini è tornato a parlare della battaglia per i brevetti liberi. “Per noi è indispensabile che l'Italia proponga lo stop ai brevetti sui vaccini. Il diritto alle cure deve essere per tutti e tutte. Fino ad oggi sono oltre 4,5 milioni i morti di Covid 19 nel mondo. Solo l’1,3% degli abitanti dei paesi in via di sviluppo ha ricevuto almeno un’iniezione di vaccino. È indispensabile che il G20 si faccia carico della necessità di sospendere i brevetti sui vaccini, per arginare la pandemia a livello mondiale, prima che sia troppo tardi. È un atto di giustizia assicurare l’accesso al vaccino e alle cure per tutti, ma è un interesse globale di tutti i Paese per evitare che l’arrivo di nuove varianti vanifichi i risultati delle campagne vaccinali. Serve per garantire il diritto alla salute, serve per garantire la ripresa economica.
Soddisfatti Sbarra e Bombardieri
Per quanto riguarda l’incontro di ieri con Confindustria, ecco le dichiarazioni di Cisl e Uil. “Quando si parla di sicurezza i costi non possono essere assoluta sulle spalle dei lavoratori", spiega il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri. Giudizio positivo del leader della Cisl, Luigi Sbarra, su questo primo incontro: "Dopo mesi e mesi di mancato confronto riprendere la discussione per noi assume un valore un significato particolare”.
Piccole imprese d’accordo
Oltre a Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato il presidente di Confapi, Maurizio Casasco, confermando la disponibilità dei sindacati a promuovere congiuntamente nei luoghi di lavoro una campagna ulteriore di sensibilizzazione, anche con l’ausilio di esperti del mondo scientifico, per tutelare la salute e la sicurezza di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori e per garantire la continuità occupazionale e produttiva, secondo un principio di responsabilità sociale evocata peraltro in queste giornate dallo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.I tre leader sindacali hanno auspicato una proficua convergenza con la Confederazione italiana della piccola e media industria privata anche sui temi della riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive, e sugli strumenti operativi per l’attuazione concreta del Pnrr, anche nella prospettiva di giungere alla definizione con uno massima condivisione delle riforme economiche e sociali necessarie allo sviluppo del Paese.
Dal Sole 24 ore
Scrivono Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci a pagina 2. “Prime convergenze tra Confindustria e sindacati: tutti d'accordo sull'introduzione dell'obbligo vaccinale e del green pass nei luoghi di lavoro; ma il nodo riguarda su chi graverà il costo dei tamponi (gli industriali non vogliono che gravi sulle aziende, i sindacati sui lavoratori). Questo lo scenario emerso all'incontro di ieri sera tra i vertici di Confindustria con i leader di Cgil, Cisl e Uil in vista della prossima cabina di regia, in cui il governo si occuperà proprio della possibile estensione del green pass al mondo pubblico e privato. “È il momento di stare insieme, auspico che sia l'inizio di un percorso che ho voluto fortemente, da fare insieme nell'interesse del Paese - ha commentato alla fine dell'incontro il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi-. Da sempre siamo per l'obbligo vaccinale, ma se la politica non sa trovare una sintesi è necessario mettere in sicurezza i luoghi di lavoro, primo perla salute di chi vi opera, poi per non compromettere la ripresa. Noi siamo per l'adozione del green pass obbligatorio nei luoghi di lavoro e su questo si è aperta una discussione”.
Bonomi: non possiamo pagare noi
“Laddove si dovesse decidere l'obbligo del green pass nei luoghi di lavoro e le parti sociali trovassero un accordo – ha specificato Bonomi - io credo che ci possa essere da parte del governo un riconoscimento di questo possibile accordo fra noi e il sindacato e potersi far carico dei costi, che sicuramente non possono essere a carico delle aziende”. In sostanza le imprese hanno bisogno di certezze, e spingono per l'utilizzo del certificato verde nei luoghi di lavoro (oggi è previsto nelle sole mense), senza un aggravio di costi, per assicurare la tutela dei propri dipendenti e non fermare la produzione che comprometterebbe il percorso di ripresa intrapreso.
Cgil, Cisl, Uil: non possono pagare i lavoratori
I sindacati, invocando una legge ad hoc per introdurre la vaccinazione obbligatoria hanno chiesto un incontro con il govemo. Nel frattempo chiedono che il costo della certificazione verde non pesi sui lavoratori chiamati a fare il tampone e non vi siano penalizzazioni tra i dipendenti. “Giudizio positivo per questo primo incontro con Confindustria - ha detto il leader della Cisl, Luigi Sbarra-, il metodo è positivo, dopo mesi di mancato confronto riprende la discussione che assume un valore particolare, c'è una comune convergenza sulla richiesta a Governo e Parlamento di assumersi la responsabilità di un provvedimento legislativo sull'obbligo vaccinazione per tutti i cittadini”. Il numero uno della Cgil, Maurizio Landini nel pomeriggio era stato a palazzo Chigi per un incontro con il premier Mario Draghi.(…)
Da Repubblica
Scrive Rosaria Amato (p.7): “Si al Green Pass obbligatorio sui luoghi di lavoro, ma solo se a farsi carico dei costi del tampone è lo Stato. E sì anche al vaccino obbligatorio, se il governo decidesse di adottarlo. Non è ancora accordo tra Confindustria e i sindacati, ma le due ore di colloquio in viale dell'Astronomia, dopo un'estate di scontri e accuse reciproche lanciate a debita distanza, tracciano la strada per l'intesa sulle condizioni di ripresa del lavoro in autunno. E infatti il presidente di Confindustria Carlo Bonomi esprime soddisfazione ribadendo che “era il momento di stare insieme, il momento di confrontarsi sui tanti temi importanti per il Paese, prima di tutto il tema del Green Pass e dell'obbligo vaccinale”, e il leader della Cisl Luigi Sbarra definisce l'incontro di ieri «positivo”.
Ma Bonomi è anche scettico
Al tempo stesso – scrive ancora Rosaria Amato su Repubblica - i sindacati fanno un passo verso le imprese: Bonomi insiste da mesi su una revisione dei protocolli di sicurezza sul lavoro che preveda l'obbligo del Green Pass. “Confindustria ha dichiarato — afferma il segretario generale della Uil Pier Paolo Bombardieri — nel caso il governo decidesse sul Green Pass, la disponibilità a non far pagare i tamponi ai lavoratori. Quando si parla di sicurezza sul lavoro i costi non possono essere caricati sulle spalle dei lavoratori, né possono essere licenziati lavoratori che non fossero disponibili a farsi il tampone”. Bonomi non si tira indietro, riconosce ampiamente ai sindacati la correttezza nell'indicare nei vaccini la via maestra per il lavoro in sicurezza, ma precisa che “non possiamo non renderci conto che la politica non sembra per ora trovare una sintesi, e quindi noi abbiamo necessità di mettere in sicurezza i luoghi di lavoro, perla salute di chi lavora e per non compromettere la ripresa. E quindi siamo per l'adozione del Green Pass sui luoghi di lavoro”. Riconoscendo che non possono essere i lavoratori a farsi carico dei costi dei tamponi, Bonomi precisa però che non possono essere neanche le imprese, che già hanno affrontato ingenti spese per la sicurezza. E quindi l'auspicio è che il governo, se le parti sociali arrivassero a un accordo sull'obbligo di Green Pass, decida anche di farsi carico dei costi dei tamponi per chi non può o non vuole vaccinarsi. Un'ipotesi che potrebbe essere stata anche tra i temi del colloquio che nel pomeriggio si è svolto tra il premier Mario Draghi e il leader della Cgil Maurizio Landini: al centro i temi del lavoro, precisa un comunicato di palazzo Chigi. Piena intesa dei sindacati anche con la Confapi, l'associazione delle piccole e medie imprese.
Dal Messaggero
Sul quotidiano romano scrive Giusy Franzese (p. 4) Per l'obbligo del Green pass nelle aziende, quindi, ormai è solo questione di giorni, un paio di settimane al massimo. Anche i sindacati, dopo le resistenze delle settimane scorse, sono d'accordo: purché sia introdotto con un decreto; si chiarisca bene che il costo dei tamponi per i lavoratori non vaccinati non sia a carico degli stessi; e purché il mancato lasciapassare non sia motivo di licenziamento.
Le condizioni dei sindacati
Paletti che Cgil Cisl e Uil hanno ribadito ieri ai vertici di Confindustria in un incontro che è servito a riannodare i fili di un dialogo che sembrava strappato. Dopo le polemiche e i toni alti del mese di agosto, è stato proprio il leader dell'associazione di viale dell'Astronomia, Carlo Bonomi, a promuovere la riunione con Maurizio Landini, Luigi Sbarra e PierPaolo Bombardieri che si è protratta più del previsto e che ha affrontato anche altri temi caldi, come la riforma delle politiche attive e quella degli ammortizzatori sociali. Obiettivo: mettere da parte le accuse reciproche e tentare di fare fronte comune il più possibile per non ostacolare la ripresa economica che - una volta ingranata - porterà effetti positivi anche sull'occupazione.
La quadra
E alla fine è stata trovata la quadra, scrive Franzese: via libera sostanziale a una norma varata dal governo su Green Pass obbligatorio in fabbrica e negli uffici in attesa che venga introdotto l'obbligo vaccinale. Per dirla con le parole del segretario generale Cisl, Luigi Sbarra: “C'è una comune convergenza a chiedere al governo di procedere con un decreto”. Bonomi conferma: “Siamo stati dall'inizio per l'obbligo vaccinale, ma visto che la politica non sembra trovare una sintesi e noi abbiamo necessità di mettere in sicurezza i luoghi di lavoro, chiediamo che il governo decida per il Green pass obbligatorio”. Magari sulle tracce di un accordo tra le parti in vista di un aggiornamento del Protocollo sulla sicurezza in vigore dall'inizio della pandemia. Il numero uno di Confindustria sottolinea anche un altro risultato importante dell'incontro da lui fortemente voluto: “Abbiamo fatto delle riflessioni importanti ed è l'inizio, spero e auspica, di un percorso da fare insieme nell'interesse di tutto il Paese”.
Chi paga per i non vaccinati?
Resta il nodo di chi paga i tamponi di chi non è vaccinato. I sindacati lo hanno chiarito in modo inequivocabile: non può essere il lavoratore, scrive Giusy Franzese. “Non si è mai visto che quando si parla di sicurezza sul lavoro il costo è a carico dei lavoratori» argomenta il leader Uil, Bombardieri facendosi portavoce di una posizione condivisa da tutte e tre le sigle sindacali. Nemmeno gli industriali però vogliono accollarsi l'onere. Per il leader di Confindustria una soluzione ci sarebbe: “Credo che il governo potrebbe pensare di fare un'operazione di utilità sociale e quindi di potersi far carico del costo dei tamponi, che sicuramente non può essere a carico delle imprese». Intanto sindacati e imprese si metteranno al lavoro sul "miglioramento" dei protocolli sulla sicurezza.
Assemblee in fabbrica
E a breve si terranno assemblee nei posti di lavoro aperte a medici, virologi ed esperti per convincere i lavoratori no-vax a virare verso l'inoculazione del siero antivirus. A dispetto delle previsioni, la riunione quindi ha portato a passi avanti significativi. Ed è probabile che un peso l'abbia avuto anche Palazzo Chigi. Non sembrerebbe solo una coincidenza temporale infatti l'incontro che il premier Draghi ha avuto nel pomeriggio a Palazzo Chigi, a un paio d'ore da quello fissato tra Confindustria e sindacati, con il numero uno Cgil Maurizio Landini. Oltre un'ora di confronto, durante la quale si è parlato - fanno sapere genericamente fonti del governo - delle prospettive economiche e dei temi del lavoro. Vaccini e Green Pass non sono citati e Landini ha invitato il premier a un'iniziativa Cgil.
Meno positiva la versione del manifesto
Sul quotidiano comunista degli incontri di ieri scrive Massimo Franchi (p.2, “Green Pass allargato, la mediazione di Draghi non piace ai sindacati”). “Il governo punta ad allargare il Green pass già in settimana, i sindacati chiedono l'obbligo vaccinale o - in subordine - che siano le imprese a pagare i tamponi per i lavoratori sprovvisti di “lasciapassare”. Dopo l’intervento del presidente Mattarella sulla vaccinazione – “Non si può invocare la libertà per sottrarsi alla vaccinazione, come licenza di mettere a rischio la salute e la vita altrui” - la strada politica è spianata: già entro la settimana il consiglio dei ministri dovrebbe varare un nuovo decreto per estendere da ottobre l'obbligo del Greenpass - partito il 6 agosto per accedere a ristoranti, bar e cinema - anche ai lavoratori pubblici e dei trasporti.
La strigliata di Mattarella
“Chi pretende di non vaccinarsi, con l'eccezione di chi non può farlo, e di svolgere vita normale, frequentando luoghi condivisi di lavoro, istruzione e svago, in realtà costringe tutti gli alti a limitare la libertà, rinunciare a una prospettiva di normalità di vita”, ha sostenuto domenica Mattarella. E questo è ciò che Draghi intende proporre: “Ritengo ragionevole e di buon senso estendere l'obbligo del Greenpass anche a dipendenti e lavoratori dei luoghi dove è già previsto l'utilizzo del certificato verde per utenti e clienti, penso a bar, ristoranti, mezzi di trasporto”, ha sintetizzato ieri il sottosegretario centrista alla Salute Andrea Costa, unico esponente di governo ad esporsi nella giornata. Una mediazione voluta da Draghi anche per evitare troppi problemi a Salvini che è contro l'obbligo vaccinale. Ieri intanto le parti sociali si sono riviste dopo mesi.
La riunione di Viale Astronomia
Nella sede di viale dell'Astronomia a Roma si sono incontrati i vertici di Confindustria con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Le schermaglie delle settimane scorse sono venute al pettine, spiega Massimo Franchi: da una parte Bonomi che chiede di applicare il Green Pass in tutti i luoghi di lavoro, dall'altra Landini, Sbarra e Bombardieri che chiedono invece che si arrivi all'obbligo vaccinale evitando discriminazioni per i lavoratori sprovvisti di «carta verde» a partire dalle mense aziendali.
Non siamo Ponzio Pilato
Già dirigendosi all'appuntamento - cambiato di sede all'ultimo momento - il segretario Uil Pierpaolo Bombardieri aveva spiegato la linea dei sindacati: “Il presidente Bonomi ci ha invitato a vederci dopo averci insultato tutta l'estate - ha esordito Bombardieri - : è un'occasione per riparlarci e noi andremo a spiegare con molta determinazione le nostre idee spiegando al presidente di Confindustria che non siamo né irresponsabili né Ponzio Pilato ma facciamo il nostro lavoro che è quello di tutelare tutti i lavoratori - ha continuato Bombardieri - . Diremo a Bonomi che se vuole utilizzare il Green pass all'interno delle aziende deve caricarsi dei costi dei tamponi e di non licenziare nessuno, anche chi non fa il tampone - ha chiuso Bombardieri - non si è mai visto che quando si parla di sicurezza sul lavoro il costo sia a carico dei lavoratori”.
Prendere esempio dalla Confapi
Una possibile mediazione proposta dalla Cisl è quella che sembra essersi già trovata con le piccole imprese di Confapi guidate dal multitasking Maurizio Casasco (è anche a capo della Federazione italiana medici sportivi). Iil costo dei tamponi per i lavoratori di queste imprese che non hanno il Green pass sarà pagato dai Fondi bilaterali, a carico di imprese e lavoratori, scrive Massimo Franchi. Confapi comunque rompe il fronte delle imprese andando in direzione molto diversa rispetto a Bonomi e Confindustria perché in un comunicato «auspica che, alla luce delle recenti affermazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi, il governo assuma presto decisioni nella direzione dell'obbligatorietà della vaccinazione”….
In campo anche i sindacati dei pensionati
I sindacati dei pensionati Spi, Fnp, Uilp sostengono la richiesta di Cgil, Cisl e Uil di "istituire per legge l’obbligo vaccinale e sollecitano il governo a prendere rapidamente una decisione in questa direzione". Contestualmente, le tre sigle dei pensionati, si legge in una nota, "continueranno, come stanno facendo da mesi in tutti i territori, a portare avanti la campagna di informazione e sensibilizzazione in favore dei vaccini, rivolta in particolare a tutte le persone anziane che non si sono ancora vaccinate". "Si sollecita infine il governo a dare con urgenza indicazioni precise sulla necessità di una terza dose - in primis per i più anziani, i più fragili e gli operatori sanitari - per evitare che il virus torni a mietere vittime in una fascia di popolazione che è stata così severamente colpita dalla pandemia",
Le altre segnalazioni da Collettiva
A proposito delle polemiche sulle norme sulle delocalizzazioni, un articolo di Fausto Durante (coordinatore della Consulta industriale della Cgil), su Collettiva.it, fa chiarezza sul quadro europeo. “Licenziare via whatsapp? In Europa non si può”
Tutti gli appuntamenti
Per tutti gli appuntamenti in calendario vedi l’agenda sul sito della Cgil nazionale: e l’agenda di Collettiva.it. https://www.collettiva.it/agenda/